La Russia spinge per la rotta artica

-Il Forum Economico Internazionale (IEF), svolto la settimana scorsa a San Pietroburgo, ha riservato delle news relative alla nuova rotta del (passaggio sull’Artico russo lungo il corridoio est – ovest e viceversa) che avrà la capacità di variare i “focus” dei traffici via mare dei flussi merceologici internazionali. La rotta Artica è considerevolmente più breve di quella della seta.

Cosa ben nota a Pechino che da anni ha investito enormi quantità di denaro in questo progetto. Non è certo un segreto e men che meno è un caso che il governo di Pechino ha ultimamente varato il primo cinese, la Xuelong. La struttura logistica e portuale russa è stata potentemente rafforzata dal governo di Mosca anche grazie a ingenti investimenti cinesi.

La realizzazione della città gassifera nell’Yamal con la messa in efficienza del porto di Sabetta ne sono una riprova. Al Forum, il presidente russo Putin ha affermato: “ Oggi ci troviamo di fronte a due estremi, due possibili scenari per ulteriori sviluppi. Il primo è la degenerazione del modello di una globalizzazione universalista e la sua trasformazione in una parodia, caricatura di stesso, in cui le norme internazionali comuni sono sostituite con leggi, amministrative e meccanismi giudiziari di un paese o un gruppo di Stati influenti.”

“Il secondo scenario – ha rimarcato Putin – è una frammentazione dello spazio economico globale e di una politica di egoismo economico completamente illimitato che porterà a una rottura forzata.” Per tutto questo, si è detto al Forum di San Pietroburgo, la soluzione dovrà essere carica di nuovi accordi per uno sviluppo stabile, equo e sostenibile.

Le news: La Maersk sta valutando la possibilità di navigare su rotte che consentano di scalare i porti dell’Estremo Oriente e quello di San Pietroburgo per la fine del terzo trimestre del 2019. Sinceramente, ancora non esiste una conferma diretta da parte di Maersk, ma solo fonti giornalistiche russe.

L’interesse nei confronti della notizia è solo di natura economico-marittima, perché rappresenta una rotta alternativa valida est-ovest a quella passando per Suez. La rotta per il , si dice in ambienti Maersk, rappresenta solo una possibilità e si sta valutando quanto potenziale economico potrà offrire e a quale mercato potrà fare riferimento; se si dimostrerà praticabile e redditizia avrà la capacità di diventare un servizio di linea su base regolare. La Compagnia di navigazione danese Maersk è sicuramente il più grande operatore marittimo del mondo, e lo studio di fattibilità della nuova rotta per l’Artico lo sta eseguendo in collaborazione con la società Atomflot, principale operatore di rompighiaccio della Russia.

L’obiettivo è di sperimentare una crescente domanda di trasporto di merci dall’Estremo Oriente alla Russia occidentale da offrire con la società Atomflot. Già l’estate scorsa la Maersk aveva sperimentato la rotta con una che la società lo definì “viaggio di prova unico”, mentre quest’anno forse ci ritorna. Il continuo declino del ghiaccio marino artico potrebbe essere un fattore che giustifica la nuova strategia marittima della Maersk; i satelliti dall’inizio di giugno hanno registrato il più basso secondo livello di ghiaccio marino artico come confermato in ambienti universitari della British Columbia.

L’assenza di ghiaccio marino lungo la rotta del Mare del Nord ridurrebbe i costi di spedizione e potenzialmente creerebbe opportunità, come ad esempio nello spostamento di risorse e merci tra i porti artici russi e i porti dell’Asia orientale, che potrebbero essere impediti dalla presenza  di ghiaccio marino.

Con la compagnia cinese che sta pianificando già quattordici transiti per il Nord Artico, la Maersk potrebbe essere indotta a combattere la concorrenza, preservandosi una quota consistente di mercato, o non cederla a un rivale. Altro indice d’interesse per questa rotta da parte della compagnia danese è l’aver in programma la costruzione di un complesso terminal multi – temperatura e magazzino (da 30 milioni di dollari) nel porto di San Pietroburgo.