Immaginiamo diverse navi in navigazione dal porto di partenza “A” per raggiungere diversi porti, in momenti dati e pre-programmati, lungo linee di trasporto merci/container in tutto il mondo. Queste navi non hanno a bordo né il capitano né l’equipaggio e possono navigare, attraccare, caricare, scaricare e fare bunker autonomamente e sono gestite da sensori, robot e droni.
Le navi sono condotte e controllate da computer di una piattaforma posta nel porto ‘A’ e completamente automatizzata senza intervento umano e/o interazione. Il sistema operativo di ogni nave è capace di prendere decisioni e intraprendere azioni in base alla situazione in cui si trova. Si tratta di “struttura di nave e di navigazione autonoma” con una filosofia operativa molto diversa da quella delle navi automatizzate. La differenza tra i due sistemi operativi è dettata dal grado d’intervento umano.
Una nave automatizzata non ha il livello d’intelligenza e/o indipendenza che ha una nave autonoma. La gamma tra manuale – automatico – autonomo tende ad essere una scala variabile di diverse capacità di uomo contro macchina. Autonomo è quel grado di capacità con cui la nave prende decisioni sufficientemente complesse da sola a zero interventi umani. Anche se l’IMO è già intervenuto per classificare una nave di superficie autonoma marittima (MASS), come una nave che può operare indipendentemente dall’interazione umana e con diversi gradi di autonomia posseduti in un singolo viaggio.
In un futuro, non prossimo, il controllo navale sarà operato tutto da terra, stabilito e standardizzato simile a quello del settore dell’aviazione civile. Come per gli aerei, quasi completamente controllati dal pilota automatico, e, in questo senso, sono autonomi, nonostante la presenza dell’equipaggio a bordo per bilanciare i rischi nei casi di emergenza. Così, non si potrà eliminare completamente il fattore umano a bordo di navi, anche se questo non sarà l’obiettivo della ricerca navale, ma avremo in futuro prossimo una conduzione di navi simile a quella aerea. Le navi autonome le vedremo prima in zone ad alto rischio significativo per la vita umana e saranno condotte da robot che saranno più sicuri e agili in particolari azioni rispetto all’operato di un uomo.
Poi, si passerà a zone marittime, dove sarà più facile controllare le operazioni e garantire la sicurezza del traffico e gestire la navigazione tutto da terra. Per esempio, traghetti che navigano su rotte predefinite e piccole navi da carico che operano merci in terminal dedicati; società di gestione navale che utilizza navi autonome userà i propri terminal e i propri porti. Gli esperti dicono che, se anche il divario tra “automazione” e “autonomia”si stia riducendo, non bisogna fare confusione tra i termini e le rispettive filosofie operative, e considerarli come la stessa cosa. Siamo nell’era dell’automazione spinta, accelerata, ma siamo ancora lontani diversi anni dalla fase della conduzione autonoma di navi.