ROMA – L’Associazione Nazionale dei Comuni (ANCI) ha proposto di aumentare la tassa addizionale d’imbarco dei passeggeri in partenza dagli aeroporti nazionali a giustificazione dei vari servizi che Comuni offrono.
Come tassa addizionale, per la verità non è nuova; fu istituita nel 2003, un euro a passeggero, per compensare l’ENAV dei costi sostenuti per garantire la sicurezza operativa ai propri impianti. Poi, nel 2012, per finanziare la innovativa “riforma Fornero” fu portata a 6,50 euro in tutti gli aeroporti italiani, mentre a 7,50 euro negli scali romani; oggi si sta pensando ad un rincaro di due euro a passeggero. La proposta è stata evidenziata e contrastata solo dall’Italian Board Airline Representatives (IBAR), associazione che rappresenta 55 compagnie aeree operanti in Italia con oltre 100 vettori aerei.
I vertici dell’IBAR ritengono che un ulteriore aumento delle addizionali possa danneggiare fortemente il mercato del trasporto aereo, l’economia italiana e i consumatori; insomma uno sviluppo economico al contrario che invece di favorire lavoro e occupazione si tassa, si razionalizza al ribasso i posti di lavoro e si dovrà licenziare. Settore quello del trasporto aereo che impegna 195.000 persone, senza contare i posti di lavoro dell’indotto. Viva l’ Italia, Paese tanto decantato a forte vocazione turistica.