ASSOLOGISTICA: I CONTROLLI NON POSSONO DIVENTARE UNA LEVA DI DECRESCITA

Pochi giorni fa si è verificato un ennesimo episodio che rischia di far estromettere i porti italiani dai traffici internazionali dei containers. Infatti, l’Agenzia delle dogane di Taranto ha disposto lo sbarco di 4 contenitori originati a Alessandria d’Egitto e diretti a Koper e Rijeka senza dover essere neanche trasbordati a Taranto, per controlli sulle merci. Tutto il personale della Taranto si è attivato in collaborazione con i funzionari doganali perché la verifiche si effettuassero celermente, con scannerizzazione dei 4 contenitori e l’ispezione fisica delle merci all’apertura dei sigilli. Dopo qualche ora i 4 contenitori venivano sbloccati e subito reimbarcati e stivati negli slot da cui erano stati fatti prelevare. L’accertamento ha confermato la regolarità delle merci bloccate.

“Il nostro attivismo ha reso possibile la ri-consegna dei contenitori  al vettore marittimo  nelle tempistiche  previste dalle polizze di carico delle merci, anche se resterà la difformità del sigillo che il cliente finale riscontrerà alla consegna del contenitore. Ma la nostra prontezza non basta a contenere il danno percepito dal vettore marittimo su merci neanche in transito. Infatti, egli dovrà sostenere i costi non preventivati di handling e di verifica doganale, annullando il beneficio dell’economia di scala.

Da tempo sono sempre più i caricatori che, per evitare il contrattempo scaturito dai controlli sulle merci fatte nei porti italiani, chiedono il transshipment dei propri contenitori in porti non italiani” dichiara Giancarlo Russo, Vice presidente di e Dirigente del Terminal Container di Taranto “Stiamo rischiando di farci cancellare dalle economie di scala dei vettori marittimi, con gravissime ripercussioni economiche ed occupazionali sulle nostre attività terminalistiche. Il transshipment è una voce fondamentale dello sviluppo dei traffico container, da cui si è sviluppato il sistema della portualità mediterranea con un importante effetto occupazionale sui territori specialmente del Sud Italia. Anche solo pochi  episodi ancora come questi e saremo estromessi dalla regia terminalistica mediterranea, a vantaggio dei porti spagnoli, francesi, greci e balcanici, oltre che a quelli nordafricani. Che i controlli ben vengano, ma che non siano uno strumento di distorsione della concorrenza tra porti, oltretutto nella medesima Comunità Europea!”.

“Nel nostro paese il confine tra controlli a sostegno allo sviluppo regolare delle attività commerciali e controlli che soffocano le iniziative è labile, a differenza degli altri paesi europei da cui entra ed esce molta parte delle merci italiane. Non è possibile parlare di sviluppo internazionale dei traffici commerciali nei porti italiani, chiedere stringenti investimenti privati e piani industriali  e contemporaneamente consentire interpretazioni locali così rigide dei controlli. La mancanza di politiche europee di coordinamento effettivo  e di uguali regole dei controlli doganali tra tutti i paesi EU/28, non può essere supplito con un esercizio locale che appare agli utenti dei nostri porti imprevedibile e vessatorio. L’unico risultato di questo procedere sarà di far aumentare le merci I/E italiane nei porti non italiani e i loro costi relativi di trasporto e di incentivare disinvestimenti e disoccupazione sui nostri territori. La politica deve intervenire su queste questioni vitali che sono decisive a prescindere da qualsiasi riforma si voglia fare per lo sviluppo del nostro sistema portuale  e logistico” ha ribadito il Presidente di Assologistica Carlo Mearelli.

Per la stabilità e lo sviluppo dei traffici internazionali sul nostro territorio è necessario un livello di controllo doganale ragionevole ed accettabile dal mercato, esercitato con criteri uniformi su tutto il territorio nazionale. Sviluppo economico corretto e legale, efficienza e competitività logistica del nostro sistema non possono essere disgiunti tra loro nella pratica quotidiana. Assologistica chiede ai Ministri ed ai Ministeri competenti di intervenire tempestivamente e opportunamente su tale grave questione.