RIVIERA DI LEVANTE fuori dalle rotte delle crociere?

Il sindaco di Santa Maria Ligure, dopo aver valutato gli effetti del decreto interministeriale “salvacoste” sul turismo crocieristico,  ha inviato ai Ministri Passera e Clini questa mattina una lettera  che sottolinea la preoccupazione di vedere vanificati gli sforzi per lo sviluppo economico di tutto l’arco ligure. La lettera è firmata anche da – Sindaco di , Giorgio D’Alia – Sindaco di Portofino, Mentore Campodonico – sindaco di Rapallo, Italo Mannucci – Sindaco di Camogli. La riportiamo integralmente, senza commenti, per sottolineare l’iniziativa “unica”; naturalmente, si spera che le Autorità Portuale e Marittima di Genova, oltre alla Prefettura, ne siano a conoscenza.

“Ill mi sigg. Ministri
è con viva preoccupazione, ma altrettanta speranza, che desideriamo manifestarVi il timore delle nostre comunità sui possibili scenari aperti dal c.d. Decreto Interministeriale “Salvacoste”, emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto col Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

E’ nostro desiderio e nostro dovere di rappresentanti delle popolazioni coinvolte dal provvedimento segnalare al Governo quanto rilevante sia, per il nostro territorio, il turismo crocieristico, che ha un impatto positivo, diretto e indiretto, sia per le amministrazioni pubbliche che per il tessuto commerciale.

Questa industria, sulla quale si basano gran parte delle attività commerciali territoriali e che, da sola, è stata capace di generare importanti dati di occupazione, ha visto negli ultimi anni una costante crescita, nel totale rispetto delle normative Internazionali e Nazionali riguardanti safety e security.

In pieno accordo con le ferree richieste del Piano di Sicurezza Nazionale varato dalla Autorità Marittima Italiana ed ai sensi del , i nostri approdi hanno visto transitare negli ultimi 5 anni più di 300.000 crocieristi ed oltre 600 , senza alcun incidente di security o problematiche alcune legate alla sicurezza della navigazione.

Qualora le Autorità competenti non dovessero affrontare con nuove normative la specificità del nostro caso, in particolare attraverso l’individuazione di rotte praticabili e di zone di fonda per la sosta delle navi da crociera, onde permettere che le oltre 150 navi attese per la stagione estiva entrante possano effettivamente scalare i nostri Porti, il danno economico arrecato al territorio potrebbe essere immediato ed irreversibile. Le Compagnie Armatrici, insieme alle Agenzie Marittime di riferimento, com’è naturale, stanno già valutando altre soluzioni che taglierebbero fuori non solo la Riviera di Levante, ma presumibilmente l’intero arco ligure dalle rotte delle navi.

In un momento che sapete ben essere particolarmente critico sotto il profilo economico, crediamo che il nostro territorio non debba essere colpito duramente su un piano, quello turistico, che costituisce l’unica risorsa produttiva esistente al suo interno.
La nostra richiesta non è e non vuole essere un sintomo di disinteresse verso l’ambiente marino, che desideriamo venga tutelato con quel rigore di cui l’Area Marina Protetta è esimia garante, anche perché rappresenta il nostro patrimonio più rilevante. Chiediamo invece che, in un contesto di controllo, di attenzione, di stretta vigilanza anche ambientale, realizzata attraverso monitoraggi costanti e continui sotto il coordinamento della stessa Area Marina Protetta, si possa dare sviluppo a quelle attività socio-economiche che costituiscono l’asse portante dell’economia locale.

La stessa costituzione dell’Amp Portofino fu l’esito di un processo delicato, di carattere concertativo, che permise l’armonico inserimento di un’area protetta in un tessuto sociale ed economico consolidato e che riuscì nell’impresa di conciliare esigenze apparentemente opposte: la tutela dei fondali marini da un lato e le consuetudini del comparto nautico dall’altra.

Noi siamo certi che facendo appello a quell’equilibrio che è proprio di tutte le parti in causa, e che è stato garantito, in queste ultime stagioni estive, da rotte predefinite, aree ben delimitate, regole rispettate e fatte rispettare dalla locale Capitaneria di Porto, si possono emanare idonei provvedimenti atti a definire due zone di fonda e corridoi d’accesso, che permetterebbero di salvaguardare sia l’ambiente marino che le opportunità economiche offerte dal turismo crocieristico.
Confidando nella vostra sensibilità e certi di un vostro interessamento, vogliate gradire”.