«Bisogna fare un salto di qualità nelle proposte progettuali per il secondo bando. Basta con gli studi di fattibilità e le ricerche, è necessario fare cose concrete che abbiano ricadute tangibili nei vari territori, soprattutto dal punto di vista occupazionale. I progetti devono andare in questa direzione».
È il richiamo formulato dall’Autorità di gestione del programma Ipa Adriatrico, Giovanna Andreola, intervenendo all’Infoday sull’iniziativa comunitaria di cooperazione transfrontaliera che si è svolta a Tirana presso il Tirana International Hotel.
Al centro della discussione il secondo bando del programma il cui termine è scattato il 3 agosto scorso per concludersi il prossimo 2 novembre. Il cosiddetto secondo call prevede un finanziamento complessivo di circa 82 milioni di euro equamente distribuiti nei tre assi strategici: cooperazione economica sociale ed istituzionale, risorse naturali e culturali e prevenzione rischi e accessibilità e network.
Il primo bando ha avuto un finanziamento di 75 milioni di euro, anche questi equamente distribuiti nei tre assi, che hanno premiato 32 progetti tra i 133 dichiarati ammissibili. La Andreola, che è dirigente del settore Attività Internazionali della Regione Abruzzo, ente capofila di Ipa, ha sottolineato che l’asse che attira maggiore attenzione è quello sulle risorse naturali e culturali e prevenzione rischi, «perchè c’è la presenza del mare Adriatico che unisce le due sponde».
La Andreola ha posto l’accento anche sulla necessità di fare interventi strutturali per migliorare il sistema dei trasporti. «Come si possono facilitare gli scambi se i collegamenti sono precari, ad esempio per andare dall’Italia in Montenegro che direttamente si può raggiungere con mezz’ora di aereo, ora occorre una giornata».
Infine, l’autorità di gestione di Ipa si è complimentato con l’Albania per l’impegno profuso in Ipa: «Se tutti gli Stati si fossero comportati come l’Albania, il Programma sarebbe stato ancora più efficace». Ipa ha una dotazione complessiva di circa 280 milioni di euro e mira ad armonizzare l’area transfrontaliera adriatica nel nome della cooperazione istituzionale, economica, culturale, turistica, ambientale ed infrastrutturale.
Coinvolge otto Stati: Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Albania, Serbia, Grecia e per l’Italia, oltre all’Abruzzo, regione capofila, partecipano Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Puglia e Molise.
Salvatore Carruezzo