Nautica da diporto inglese e la Maritime Labour Convention

In Inghilterra, sono già in corso aggiornamenti tra i dipendenti di  società produttrici di e yacht designe per l’entrata in vigore della Convenzione 2006 () prevista per il 2011/2012. Convenzione importante che detta delle regole, parametri, dimensioni per la costruzione delle cabine dell’equipaggio. Infatti, tanti yacht in uso per la nautica da diporto commerciale non dispongono di spazi adeguati per l’equipaggio, ma tutto il designe è concepito a favore del padrone/armatore. Con questa convenzione occorrerà sacrificare spazi padronali a favore di spazi per l’equipaggio, anche se la convenzione stessa fu concepita per la e per il benessere dei marittimi imbarcati. Poiché, oggi le finalità del navigare dello yacht è paragonabile a quello di una nave, compresa tutta la tecnologia automatizzata imbarcata, ILO non si sta ponendo alternative al problema se non solo la sicurezza e confort di equipaggi anche di yacht. Anche per l’Italia ci saranno delle conseguenze sia nei metodi di costruzione e dell’urbanistica di bordo, e per evitare disastri nella filiera costruttiva degli yacht, sarebbe utile una presenza costruttiva della  nostra Amministrazione. Le nostre rappresentanze in seno all’ILO, congiuntamente con i rappresentanti dell’industria dello yachting e della cantieristica italiana, devono almeno farsi portavoce del “made in italy” con emendamenti alla convenzione per far comprendere tutte le differenze tra una nave mercantile ed uno yacht per la nautica da diporto, anche se commerciale.

Corrispondente da Londra
Em. Carr.