Quello italiano è il secondo sistema portuale dell’Europa per merci, addirittura il primo per quando riguarda invece i passeggeri. Eppure sta uscendo dalla crisi più lentamente degli altri. È l’analisi del presidente di Assoporti (Associazione dei porti italiani) Francesco Nerli, presente in questi giorni a Monaco di Baviera per il Transport Logistic, l’appuntamento internazionale per il settore della logistica. Il motivo di questa lentezza, secondo Nerli, sta nella mancanza di “un’efficiente rete logistica infrastrutturale, specie per le connessioni di ultimo miglio e per la mancanza di una proiezione – attraverso strade, ferrovie, valichi – dei porti settentrionali verso il cuore dell’Europa continentale”. Ecco perchè la revisione delle reti Ten-T, avviata dall’Unione Europea, e il nuovo Piano della Logistica del governo devono puntare, secondo Nerli, a realizzare efficaci connessioni stradali e ferroviarie tra i porti e i corridoi, per fare gli archi portuali del Nord Adriatico e della Liguria una alternativa vera agli scali del Nord Europa. “Tutto ciò – conclude Nerli – presuppone investimenti da parte dei governi nazionali e una piena ed effettiva autonomia finanziaria delle Autorità portuali”.
Salvatore Carruezzo