La settimana scorsa, per tre giorni l’Italia è stata la capitale del petrolio grazie alla conferenza internazionale “Offshore Mediterranean Conference & Exhibition”. L’evento biennale dedicato agli operatori dell’upstream, è stato ospitato dalla città di Ravenna, dal 23 al 25 marzo, alla presenza del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia. Nell’aprire i lavori, l’onorevole Saglia ha sottolineato che i recenti fatti internazionali invitano ad una rivalutazione del ruolo delle produzioni nazionali di olio e gas, cercando di riformulare regole uniformi per tutto il bacino del Mediterraneo, al fine di garantire sicurezza nelle attività di offshore. Il vice ministro ha ribadito: “l’Italia può avere un ruolo determinante per la sua consolidata esperienza in questo settore. Inoltre, per la nostra favorevole posizione geografica, potremmo aspirare a diventare un hub nei collegamenti energetici con la sponda sud del Mediterraneo, con la Turchia e l’area del Caspio”.
L’Offshore Mediterranean Conference & Exhibition è stata una occasione privilegiata per gli operatori del settore per confrontarsi sui cambiamenti in corso nell’industria petrolifera; esaminare e valutare il mutato e drammatico scenario economico; confrontarsi sulla variabilità delle quotazioni del greggio, sui disordini in Nord Africa e sulle misure restrittive adottate dopo l’incidente del pozzo Macondo nel Golfo del Messico. Una riflessione che vuole raggiungere normative condivise a livello internazionale che prevengano nuovi disastri ambientali legati ad attività esplorative offshore. I principi chiave individuati sono quelli della fedele aderenza a procedure standard (che è venuta a mancare nel caso dell’incidente al pozzo Macondo), della formazione del personale, delle nuove tecnologie in grado di prevenire e contenere eventuali sversamenti di petrolio in mare. Fino a pochi giorni fa si parlava di “rinascita” nucleare mentre oggi, dopo l’incidente di Fukushima, l’attenzione di tutti i Paesi del mondo si è di nuovo spostata sull’oil&gas. La presenza di quasi 100 professionisti del settore è stato fondamentale per mettere a punto una serie di linee guida, in via di pubblicazione nelle prossime 4-6 settimane, su procedure operative, sull’ingegneria dei pozzi, sistemi di contenimento delle perdite, prevenzione delle fuoriuscite sottomarine, autocombustione. L’Offshore Mediterranean Conference quest’anno ha incrementato l’area espositiva (18.000 mq) e le aziende espositrici, che sono state 462 provenienti da 25 Paesi. All’evento hanno partecipato 12 delegazioni ufficiali, provenienti da Algeria, Angola, Australia, Azerbaijan, Cina, Egitto, Kazakistan, Mali, Norvegia, Qatar, Turchia, Turkmenistan e oltre 450 espositori da 25 paesi. Naturalmente sono state presenti le principali compagnie petrolifere (Edison, Egyptian Petroleum Corporation, Eni, Qatar Petroleum, Shell, Sonatrach e Total) e di servizi riguardo all’approvvigionamento e distribuzione dei prodotti energetici.