Porto di Trieste, terminal ungherese attende Accordo di programma

nuovo terminal ungherese nel porto di Trieste

(Il render del ;foto courtesy AdSPMAO)

Dopo la presentazione del progetto, l’Authority sta per assegnare i lavori di dragaggio e banchinamento

Trieste. La società ungherese Adria Port ora attende l’Accordo di programma tra i soggetti interessati per iniziare la costruzione del terminal sul Canale di Zaule nel porto di Trieste.

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale aveva approvato nel luglio scorso, per il porto di Trieste, il progetto di fattibilità tecnica ed economica del banchinamento parziale del terminal Noghere ed avviate anche le procedure di gara per affidamento lavori. Progetto e quadro economico dell’intervento è finanziato dal Fondo Complementare al Pnrr e i lavori comprendono una prima fase per il dragaggio del Canale navigabile e banchinamento, oltre ai lavori di collegamento alla viabilità.

Il nuovo terminal sarà gestito da Adria Port, società controllata dallo Stato ungherese, che prevede di realizzare un centro multipurpose

Ora si aspettano dalle Autorità italiane e soggetti interessati le necessarie autorizzazioni.

“Ora c’è un progetto, e stiamo definendo gli ultimi particolari. Stiamo parlando con diverse aziende come partner potenziali, afferma Peter Garai, amministratore delegato di Adria Port, e così finalizziamo iter e layout del terminal. Spedizionieri, imprese ferroviarie, terminalisti, società di logistica, sia ungheresi e sia italiane, così come altre società internazionali”.

L’ Autorità di Sistema del Mare Adriatico Orientale informa che la caratterizzazione dei terreni è stata portata a termine e una volta iniziata la costruzione saranno necessari un paio d’anni perché il terminal diventi operativo.

L’area, grazie al ripristino già pianificato dei raccordi ferroviari industriali, continua la nota dell’AdSPMAO, con la stazione di Aquilina, sarà servita direttamente dalla ferrovia e sarà quindi fortemente orientata alla ‘trimodalità’ e, più specificamente, all’intermodalità mare-ferro.

L’Authority stima che l’opera sia in grado di generare un volume aggiuntivo di traffico pari a 300.000 Teu equivalenti, con una quota modale ferroviaria pari a 2.500 treni/anno (con un risparmio in termini di emissioni di CO2 intorno alle 86.000 tonnellate/anno).

L’investimento da parte di Adria Port è ancora stimato tra i 150 e i 180 milioni di euro, anche se è difficile fare previsioni in questo momento, considerata l’altalena dei prezzi.

Il tema delle autorizzazioni diventa ora di primaria importanza, perché per lo sviluppo del progetto di retro-banchina deve essere ben avviato prima che l’Autorità di Sistema portuale concluda i lavori di banchinamento e di dragaggio del Canale di Zaule.

Un’altra opportunità potrebbe aprirsi con la guerra in Ucraina: l’aumento della capacità offerta dal nuovo terminal può aiutare il Porto di Trieste nella corsa alla movimentazione delle merci ucraine, obiettivo dichiarato dal Governo Meloni.

nuova banchina sul Canale di Zaule nel porto di Trieste

(La ;foto courtesy AdSPMAO)