Navi gasiere in attesa al largo delle coste europee

(Nave gasiera nella baia di destinata a Piombino).

Cadice. Il mercato del Gnl sta diventando sempre più centrale per la sicurezza energetica dell’Europa. Dopo aver invaso l’Ucraina a febbraio, la Russia ha ridotto le forniture di gas all’Europa, innescando una crisi energetica che ha fatto salire alle stelle il prezzo del gas. Tutto questo ha ingenerato timori di carenza di energia e aumenti incontrollati del valore delle bollette che imprese e famiglie stanno sopportando; una corsa all’acquisto di Gnl che mira a riempire di gas i serbatoi di stoccaggio a terra. L’obiettivo iniziale era di riempire gli impianti di stoccaggio all’80% della loro capacità totale entro il 1° novembre. Obiettivo raggiunto e superato, molto prima del previsto e gli ultimi dati suggeriscono che lo spazio di stoccaggio è ora a quasi il 95% in totale.

Eppure, il forte approvvigionamento da parte di Paesi europei sta causando una congestione di navi fuori dai porti, sedi di rigassificatori galleggianti e si presume che durerà per tutto il mese di novembre.

Osservatori di settore affermano che tra la fine di settembre e questo ottobre hanno contato 268 navi Gnl in navigazione in tutto il mondo, notevolmente al di sopra della media di un anno di 241. Di quelle attualmente in mare, 51 si trovano nelle vicinanze dell’Europa.

Il Gnl importato ha svolto un ruolo chiave nel portare l’Europa allo stato attuale e poiché il Gnl continua a essere portato a terra, la domanda di impianti che riscaldano il liquido e lo trasformano di nuovo in gas rimane elevata.

Nel frattempo, Germania e Paesi Bassi hanno investito in nuovi impianti di rigassificazione. Alcuni, costruiti rapidamente utilizzando navi Gnl convertite bloccate in banchina, e che dovrebbero diventare operative entro pochi mesi.

Intanto, al largo delle coste di Spagna, Portogallo, Regno Unito e altre nazioni europee rimangono dozzine di grandi navi piene di gas naturale liquefatto (Gnl). Raffreddato a circa -160°C per il trasporto, il combustibile fossile per essere immesso nei gasdotti dovrà subire un processo di rigassificazione.

Le Autorità portuali spagnole hanno affermato che alcune navi erano in attesa già da metà settembre e almeno 7 sono  ancorate al largo della sola baia di Cadice. L’operatore della rete nazionale spagnola del gas, Enagas, ha definito lo stallo una ‘situazione operativa eccezionale’ e ha annunciato che potrebbe limitare fino alla prima settimana di novembre il numero di carichi movimentati dal suo sistema di gnl, di gran lunga il più importante dell’Ue con una capacità di rigassificazione pari al 33% di quella di tutto il Vecchio Continente.

Dozzine di navi gasiere, nel Mar Mediterraneo per settimane, sono incapaci di assicurarsi uno slot per scaricare i loro carichi di Gnl poiché gli impianti che riconvertono il carburante super-refrigerato in gas stanno funzionando alla loro massima capacità. Nel frattempo, alcune petroliere che attendevano nel Mediterraneo da settembre si sono recentemente trasferite, dirigendosi verso i terminal dell’Europa nordoccidentale e del Regno Unito, Paesi in cui la domanda di gas rimane.

La giustificazione tecnica.

Il limite disponibile per le stive di un rigassificatore galleggiante FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) a stoccare gas oltre la sua stazza sta costringendo navi gasiere di rimanere all’ancora per molto tempo. Non ci sono molti impianti di rigassificazione in Europa, in parte perché il continente fa affidamento da tempo sul gas consegnato tramite gasdotti dalla Russia. Quindi questo è uno dei motivi per cui le navi Gnl sono in attesa: alcune sono in coda per accedere ai terminali di rigassificazione.

Ipotesi economica e strategia commerciale.

È probabile che diverse navi che trasportano gas naturale liquefatto, ancorate al largo della baia di Cadice in Spagna, rimarranno lì fino alla fine di novembre, in previsione di un aumento dei prezzi del gas in Europa.

Per cui si continua con le ‘speculazioni’ a danno dei consumatori, anche perché i suddetti carichi di gas sono stati imbarcati a prezzi nettamente inferiori. Ed allora, solo aspettando la consegna a dicembre anziché a novembre, la differenza di profitto potrebbe essere dell’ordine di decine di milioni di dollari per spedizione.