Isabelle Ryckbost Secretary General
Bruxelles. Le Associazioni che rappresentano i porti europei, le Società portuali private e gli Operatori di terminal e i Rimorchiatori sostengono un ETS (Emissions Trading System) marittimo efficace e solido che consenta la transizione verde del settore marittimo.
Le tre Associazioni riconoscono e ribadiscono la necessità per il settore marittimo di ridurre le emissioni. È per questo motivo che sosteniamo i requisiti per le navi per ridurre le emissioni, insieme ai requisiti per l’uso e lo spiegamento di OPS (Onshore Power Supply) dove ha senso nei porti. Gli Stati membri dovranno assicurarsi che nei porti marittimi ci siano non solo adeguati punti di ricarica per Gnl, ma anche per ammoniaca e idrogeno.
In relazione all’EU ETS, proponiamo le seguenti tre raccomandazioni che dovrebbero essere prese in considerazione per fornire un sistema di scambio di emissioni ambizioso, solido ed efficace:
-Impedire l’evasione delle navi dall’ETS dell’UE che creerebbe rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e delle imprese. Le Associazioni accolgono con favore le misure proposte dal Parlamento e dal Consiglio per evitare che le navi evitino i costi dell’ETS UE aggiungendo un ulteriore porto extra UE al loro programma. Le Associazioni sostengono fortemente le misure adottate dal Parlamento Europeo che rendono meno allettante per le navi cambiare rotta, deviare scali o assumere altri comportamenti evasivi. La definizione di ‘porto di trasbordo non UE’ è accolta favorevolmente. Tuttavia, per evitare di influire negativamente sulle rotte commerciali dell’UE e sul trasporto marittimo a corto raggio, ciò dovrebbe applicarsi solo ai porti di trasbordo di container vicini. La deviazione di merci non UE e gli scali evasivi tramite il traffico di collegamento restano un rischio. Raccomandiamo pertanto l’istituzione di un forte meccanismo di monitoraggio in base al quale la Commissione monitori e riferisca continuamente su qualsiasi deviazione del carico o scalo evasivo sin dal primo giorno. Se viene riscontrato un comportamento evasivo, la Commissione propone misure per affrontarlo.
-Destinare le entrate generate da un ETS marittimo dell’UE per investimenti nel settore marittimo e portuale, in particolare nelle infrastrutture portuali. Sosteniamo la proposta di creare un Ocean Fund che consenta investimenti nelle infrastrutture di rifornimento e ricarica nei porti, nonché connessioni alla rete elettrica nei porti. Nel colmare il divario di prezzo tra combustibili convenzionali e alternativi, dovrebbero essere presi in considerazione anche i costi associati all’installazione di nuove infrastrutture nei porti. Supportiamo anche l’allocazione di fondi per investimenti in sovrastrutture verdi nei porti.
-Mantenere la soglia di dimensione per le navi coperte dall’ETS dell’UE come proposto dalla Commissione europea (5000 GT) per ottenere una legislazione ambiziosa e praticabile. Sosteniamo la soglia di dimensione di 5000 GT per le navi coperte dalle proposte EU ETS e FuelEU Maritime. Riteniamo che una soglia dimensionale ridotta di 400 GT sarebbe controproducente in quanto comprometterebbe la sicurezza delle operazioni portuali e richiederebbe investimenti aggiuntivi significativi che tuttavia non riuscirebbero a fornire le riduzioni di emissioni desiderate.
La soglia di 5000 GT, come proposta dalla Commissione, è appropriata per una serie di motivi: – Cattura la stragrande maggioranza delle emissioni delle navi che fanno scalo nei porti dell’UE, evitando al contempo oneri amministrativi indebiti per le navi più piccole, la soglia di 5000 GT copre il 90% delle emissioni di anidride carbonica (CO2) del settore marittimo. Si basa sul monitoraggio esistente e sui dati del Regolamento MRV (Monitoring, Reporting, Verification) dell’UE, per cui la soglia è 5000 GT.
Per questi motivi sosteniamo il mantenimento della soglia di 5000 GT per ETS e per tutto il pacchetto Fit for 55 (incluso il Regolamento sulle infrastrutture dei combustibili alternativi e FuelEU Maritime). Ci impegniamo a facilitare l’ecologizzazione del trasporto marittimo e continueremo a sostenere le discussioni sugli aspetti marittimi del pacchetto Fit for 55 al fine di fornire un quadro legislativo ambizioso, coerente e praticabile.
L’European Sea Ports Organisation, composta di rappresentanti delle Autorità portuali dei principali porti europei, nasce da un Port Working Group, istituito nel 1974 dalla Commissione Europea. Dal 1993 l’Organizzazione Europea dei Porti Marittimi si organizza come lobby indipendente per gli interessi dei porti marittimi. Iniziative significative sono state la pubblicazione del primo Codice di condotta ambientale nel 1994 e l’istituzione di EcoPorts pochi anni dopo. Il dibattito sul pacchetto sui porti della Commissione europea, pubblicato nel 2001, ha segnato una sorta di periodo di ‘crescita’ per ESPO. Ha fatto riflettere i membri e diventare più consapevoli del loro ruolo di Autorità portuali e ha rafforzato la coesione interna dell’Organizzazione.