Porto di Livorno, UNIPORT: riprendere il confronto con i sindacati per superare la crisi

Roma, , al termine di uno sciopero “ricercato” dalle rappresentanze sindacali provinciali di Livorno anche dopo le aperture di armatori e terminalisti operanti nello scalo labronico, su una vertenza pervicacemente portata avanti ignorando anche gli sforzi e l’impegno messi in campo personalmente dai vertici dell’AdSP (ai quali rivolgono un sincero non formale ringraziamento), chiedono ai vertici di CGIL, CISL e UIL che sia consentito un ulteriore confronto al fine di ricondurre l’intera vicenda entro le ordinarie modalità di relazioni industriali e delle previsioni del CCNL.

Continuare ad attribuire indistintamente ad intere categorie – armatori e terminalisti – in una fase così difficile non solo per l’Italia, la responsabilità di comportamenti che invece riguardano poche, singole realtà imprenditoriali, non solo è ingiusto e non corrisponde alla reale situazione, ma è anche pericoloso.

In questo modo si scredita la realtà portuale livornese proprio quando è necessario offrire certezze al mercato e si mettono in dubbio i fondamenti del CCNL che rimane invece, anche per la parte datoriale, un elemento di certezza e di garanzia.

Per questo rivolgiamo alle Organizzazioni Sindacali stipulanti il contratto la richiesta di riconsiderare le proposte avanzate dal Presidente Guerrieri e dal Suo Staff con serenità anche in un auspicato incontro con le stesse delegazioni trattanti ma secondo modalità consolidate e condivise.

Nel frattempo siamo a disposizione dell’AdSP per concretamente iniziare la generale revisione delle modalità di esecuzione del lavoro portuale, lasciando alla stessa Autorità il compito, ad essa sola attribuito, della corretta attuazione dei dettati di legge sugli appalti e la contrattualistica tra artt. 16 e 18 ex L.84/94 nel Porto di Livorno.