Roma. Da Trieste a Salerno, i portuali mobilitano una protesta (che da anni non vedevamo) per segnalare una corrispondenza di ‘rispetto’ verso i nostri Politici che si sono dimenticati di loro.
Partiamo da Trieste. Sulla questione Wärtsilä, mentre le Segreterie di Fim, Fiom, Uilm e le rispettive Rsu erano impegnate in Tribunale (nel ricorso per comportamento antisindacale, decisione rinviata al 21 settembre prossimo), dentro la fabbrica un centinaio di dipendenti hanno fermato lo stabilimento e dato vita ad un corteo di protesta. “Stiamo continuando la battaglia sindacale in tutte le sedi istituzionali e giudiziarie in modo trasparente, con serietà e senso di responsabilità – si afferma nella nota sindacale di ieri sera -.
Pertanto, invitiamo tutti i lavoratori di Wärtsilä a riflettere molto bene prima di aderire ad azioni improvvisate promosse da soggetti artificiosi. Questo potrebbe essere controproducente e fortemente dannoso, soprattutto sapendo che tali iniziative sono ispirate da chi non sapendo cosa sia la correttezza e non mettendoci apertamente la propria faccia ed il proprio nome, alla resa dei conti saprà facilmente scaricare le proprie responsabilità sulle spalle dei lavoratori”, conclude la nota sindacale. Intanto si discute sulle procedure per obbligare Wärtsilä a restituire 13 milioni ricevuti dalla mano pubblica e a rinunciare a garanzie bancarie per altri 30.
Livorno, Piombino e dell’Elba. Ieri sera è ripreso lo sciopero dei lavoratori portuali di Livorno, Piombino e dell’Isola d’Elba in quanto le Segreterie provinciali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno ritenuto non soddisfacente l’esito dell’incontro a Livorno con le Organizzazioni datoriali, presso la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale.
In tema di salario e contrattazione integrativa, i Sindacati specificano di aver ottenuto la disponibilità ad aprire un confronto a partire dalle prossime settimane. Stesso discorso per quello che riguarda il contenimento del lavoro straordinario (al fine di favorire la stabilizzazione di precari) e la corretta applicazione degli inquadramenti. Nel corso dell’incontro sono stati affrontati molti temi, tra cui salute e sicurezza, riorganizzazione del lavoro portuale, competitività del sistema, tariffe e molto altro. Ringraziano l’Authority per l’impegno profuso nel cercare di trovare una soluzione. Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti si dichiarano come sempre disponibili in ogni momento a tornare a sedersi nuovamente al tavolo per discutere con le organizzazioni datoriali.
Porto di Salerno. Qui lo sciopero ha riguardato i lavoratori dei rimorchiatori, condiviso da quelli di Genova. Dopo il mancato accordo del tavolo in Prefettura convocato negli scorsi giorni, i Rimorchiatori Riuniti del Porto di Salerno hanno scioperato. Sostenuti dalla sigla sindacale Usb Settore Mare e Porti dopo l’esito negativo degli incontri avuti nei giorni scorsi in Prefettura di Salerno.
Intanto, la sigla sindacale USB è stata ricevuta dalla Capitaneria di Porto di Salerno, e durante l’incontro USB ha dichiarato che continua la lotta contro l’azienda Rimorchiatori Riuniti.
Riflessioni. Le grandi concentrazioni armatoriali stanno dominando l’economia del mare con imponenti trasferimenti di ricchezza ed è in atto una speculazione nel mercato delle fonti energetiche. Tutto questo, è sintomo del fallimento delle economie di mercato. I porti, in quanto beni pubblici e mercati regolati, non possono essere a disposizione dell’armatore di turno che si arricchisce senza lasciare niente al territorio.
Occorre avere consapevolezza che l’obiettivo più importante dei portuali d’Italia è conquistare una reale compensazione dell’inflazione in modo da non rimanere soli con le conseguenze del galoppante aumento dei prezzi. Stanno lottando contro l’aumento del costo della vita, e chiedono alle aziende di fornire quella che chiamano una retribuzione equa basata sull’aumento dei profitti delle società negli ultimi due anni e ora sul costo della vita in aumento.
Lo sciopero dei lavoratori portuali è il sintomo di un’emergenza nazionale da affrontare presto e con decisione.
Il sistema portuale italiano è una formidabile risorsa del Paese che deve diventare una priorità per gli Organi esecutivi e legislativi, i quali hanno il dovere e l’occasione di intervenire, sia rispondendo alle richieste di tutela dei lavoratori, sia mettendo mano a urgenti azioni amministrative, giuridiche e infrastrutturali.