La Turchia apre il Centro di coordinamento di guerra della spedizione per il grano, per garantire la sicurezza delle navi nelle rotte di transito

Una nave in transito nello .

Istanbul. La Turchia ha meso in campo un nuovo Centro di Coordinamento Marittimo a Istanbul per supervisionare le esportazioni di grano ucraine.

Ciò avviene solo quattro giorni dopo che un attacco missilistico russo sul porto di Odessa ha minacciato di far fallire un accordo mediato dalle Nazioni Unite per il trasporto di milioni di tonnellate di grano fuori dalla zona di guerra.
Il Ministero della Difesa turco, che ha firmato l’accordo con le Nazioni Unite, la Russia e l’Ucraina, ha affermato che si terrà una cerimonia per aprire il Centro presso la sua National Defense University.
Il Centro sarà composto di membri di tutte e quattro le parti dell’accordo che controlleranno le navi in ​​transito dal Mar Nero allo Stretto del Bosforo in Turchia e verso i mercati mondiali.

“È stato raggiunto un accordo sulla creazione di un Centro di Coordinamento con rappresentanti di tutte le parti, controlli congiunti per il controllo dei cereali nei porti”, ha affermato il Ministro della Difesa Hulusi Akar.
Il nuovo Centro marittimo fa parte dell’importante accordo firmato, la settimana scorsa, da Mosca e Kiev e mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia.

Il Centro rappresenta una svolta dopo quasi cinque mesi di combattimenti punitivi da quando la Russia ha invaso il suo vicino. È considerato cruciale per frenare l’impennata dei prezzi alimentari globali consentendo di spedire le esportazioni di grano dai porti del Mar Nero. L’accordo è stato a rischio quando, sabato scorso, i missili russi hanno colpito Odessa, il principale porto di esportazione di grano dell’Ucraina, ma l’Ucraina ha indicato ieri che l’accordo e i piani per riprendere le esportazioni di grano potrebbero ancora andare avanti.

Mosca ha ignorato le preoccupazioni che l’accordo potesse fallire per l’attacco missilistico russo, dicendo che l’obiettivo da colpire era e rimane solo le infrastrutture militari. Non ci sono ancora segnali su quando potrebbero iniziare le esportazioni o quando i problemi assicurativi saranno risolti.