Non tutte le questioni sono ancora state risolte, ma il fatto che ci sia un movimento è già positivo.
Istanbul. Le parti in questione, Ucraine e Russia, alla presenza dell’ONU, avevano concordato un piano per consentire alle navi di portare via i 25 milioni di tonnellate di grano, ancora ferme nei porti ucraini dal blocco russo. Intanto, il porto di Odessa è stato bombardato ore dopo la firma del concordato per l’esportazione del grano ucraino.
Normalmente, i porti ucraini del Mar Nero esportano da cinque a sei milioni di tonnellate di grano al mese, ma la maggior parte di essi è ora sotto occupazione russa e il più grande, Odessa, è stato bloccato dalla Marina russa per cinque mesi, per cui nessuna nave carica di grano è uscita dai porti ucraini, dal giorno dell’occupazione russa.
Ora, con l’accordo del ‘corridoio’ del grano, messo a punto dalle parti durante l’incontro di Istanbul, un porto del Mar Nero potrebbe essere il primo ad operare nell’ambito della revoca del blocco; la prima nave può attraversare i corridoi non bloccati entro quattro giorni. Ne è convinta la delegazione ucraina, che desidera l’inizio delle operazioni di export del grano entro i prossimi 3-4 giorni.
Intanto, il Centro di coordinamento di Istanbul deve disporre di personale affinché ciò sia possibile e attualmente si sta affrontando la logistica di tale problema che dovrà essere concordata con i rappresentanti di tutti e quattro le parti.
In merito alla rimozione delle mine dalle acque territoriali, hanno osservato che si tratta principalmente di una questione militare, ma in ogni caso sarà possibile iniziare il trasporto di grano da un porto, quindi aggiungerne un altro, dopodiché tutti e tre i porti del Mar Nero saranno operativi. Il primo porto, per questo fine, potrebbe essere un porto del Mar Nero, poi quello di Odessa e l’ultimo porto sarà il porto di Pivdennyi.