Danubio: mine galleggianti ne limitano la navigazione

. Nei giorni scorsi, le Guardie di frontiera ucraine, unitamente alla Guardia Costiera, hanno interdetto la navigazione alla foce del a causa della presenza di mine alla deriva nel Mar Nero.
I porti ucraini di Izmail e Reni sul Danubio sono rimasti gli unici scali che operano su rotte marittime per le esportazioni di grano ucraine, dopo che i porti marittimi sono stati bloccati a causa dell’invasione russa.

L’Ucraina, un importante produttore agricolo, esportava la maggior parte delle sue merci attraverso i porti marittimi, ma dall’invasione russa di febbraio è stata costretta a esportare in treno attraverso il confine occidentale o attraverso i suoi piccoli porti fluviali del Danubio.

Agenzie di stampa internazionale affermano che il traffico lungo il Danubio è stato notevolmente limitato ‘a causa del pericolo di far saltare in aria le navi nel Mar Nero sequestrate dalle truppe russe’.

L’Ucraina ha in precedenza accusato la Federazione Russa di aver minato rotte marittime nel Mar Nero, il che rende impossibile il passaggio delle navi nella parte nord-occidentale dello stesso mare.
La Guardia di frontiera, pur non commentando i fatti, afferma che ‘solo i porti nelle acque ucraine della regione del Danubio erano pienamente operativi; ma nono sono adeguatamente attrezzati per smaltire il traffico merci che si è accumulato sulle tratte stradali.’

I funzionari ucraini dei Dipartimenti dell’agricoltura e dei trasporti affermano che il paese sta cercando di aumentare la capacità di esportazione dei porti fluviali del Danubio, per garantire l’esportazione di grano attraverso il Danubio e verso il Mar Nero.

Intanto, il produttore russo di gas Gazprom GAZP.MM ha dichiarato che da ieri sta fornendo gas naturale all’Europa attraverso l’Ucraina, in linea con le richieste dei consumatori europei, aumentate rispetto alla settimana scorsa.

Sul versante italiano, si stanno firmando nuovi contratti per limitare la dipendenza dal gas russo. L’ultimo paese preso in considerazione è l’Israele che si conferma partner importante per diversificare l’approvvigionamento energetico anche tramite gnl.

I prezzi del gas all’ingrosso, britannici e olandesi, sono aumentati da ieri mattina, poiché il calo dell’energia eolica ha aumentato le aspettative di una maggiore domanda di gas dalle centrali elettriche a gas.
Sono ancora presenti forti preoccupazioni da parte dell’industria europea per il decreto russo di marzo secondo cui gli acquirenti stranieri pagano il gas in rubli o si vedono tagliare le forniture, una mossa respinta dalla maggior parte delle capitali europee. La Commissione europea venerdì ha affermato che potrebbe essere possibile effettuare ancora i pagamenti in euro senza violare le sanzioni in atto, ma che è necessaria maggiore chiarezza da parte del Cremlino.

La crisi che stiamo vivendo non è solo economica e tutti dobbiamo riflettere sul fatto che la posizione dell’Italia nel Mediterraneo è centrale e può essere, in un futuro prossimo, la porta strategica per il passaggio del gas e di altre fonti energetiche verso l’Europa.