Oggi spedire un container via nave costa di più

. La ripresa economica passa anche dal costo di spedizione di un . Il periodo del lockdown ha generato per le compagnie di navigazione una flessione dell’offerta di stiva per le spedizioni,vista la diminuzione forte della domanda. Si è verificato che molti armatori hanno rivisto la loro capacità di tonnellate navigante, poiché molte delle loro navi viaggiavano vuote e quindi sono stati costretti a disarmare e/o a vendere navi e comunque eliminare alcuni servizi di linea, in particolare le unità delle giramondo. Molti altri armatori hanno preferito lasciare le loro navi in rada nei vari porti – principalmente a Singapore e a Los Angeles – nonostante i costi per una nave in fermo tecnico.
Con la ripresa economico/industriale della Cina, forte nell’esportazione di prodotti, la richiesta di navi e di stiva ha iniziato a crescere, per cui i noli, e tariffe richieste dagli armatori per trasportare container, hanno subito un’impennata senza precedenti.

Una stima da parte di Agenzie dedicate informa che per trasferire un container di40 piedi via mare da Shanghai all’Europa si è passati da 1000/2000 dollari a 9/10 mila; se una compagnia garantiva una partenza la settimana, oggi l’intervallo può essere di dieci/quindici giorni. Tutto questo, non certo per problemi legati solo alla pandemia, ha causato un ingorgo logistico da dicembre scorso a oggi, con una dilatazione delle partenze, ritardi negli arrivi e concentrazione di container nei piazzali di vari porti e nei terminal che stanno fungendo da ‘magazzino’. I terminal portuali sappiamo che hanno una capacità di stoccaggio limitata con sosta per non più di cinque giorni (oggi sostano per diciotto giorni) e comunque non sono attrezzati come depositi, ma per operare container da imbarcare e/o sbarcare da navi.

E’ il caso di Genova Prà che in questi giorni, con il suo terminal Psa, sta soffrendo la sosta di molti container parcheggiati sui piazzali. Lo stesso problema si sta verificando su Capodistria.
Per contrastare la congestione e cercare di tornare alla normalità, la direzione del terminal ha scritto ai clienti di non poter garantire gli standard abituali per la movimentazione e manovra dei container, perciò avrebbero intrapreso misure anche economiche in vigore da oggi, lunedì 10 gennaio. Le compagnie di navigazione dovranno pagare un sovrapprezzo, temporaneo, di 10 euro al giorno per teu – equivalente di un container da 20 piedi -. Il terminal Psa – afferma nella comunicazione ai clienti – non accetterà altri container in export oltre a quelli già prenotati per i tre servizi di linea, già over -book con container in giacenza, e successivamente sarà avviata l’accettazione settimana per settimana per ciascuna compagnia. Dovranno essere inviate le liste d’imbarco “entro e non oltre” 48 ore prima dell’arrivo in banchina della nave; e lo stoccaggio sarà esclusivamente riservato alle unità di sbarco previste in transhipment o in ricarico su treno.

Per gli Agenti marittimi di Genova serve un tavolo sotto l’egida delle istituzioni: “Credo che occorra un tavolo all’Autorità di Sistema Portuale – dichiara il presidente di Assagenti, Paolo Pessina -, con terminalisti, agenti, spedizionieri e tutti i soggetti che lavorano con il mondo dei container, per trovare una soluzione per affrontare questo problema. Nel merito dico solo che a febbraio c’è il Capodanno cinese, per cui l’export è fondamentale per tutti, rischiamo di perdere occasioni”.

Abele