L’Europa, le reti e l’ambiente: le autostrade del mare e i porti core

Il processo del trasporto marittimo è un sistema che coinvolge diverse categorie di attività come la politica, la pianificazione e programmazione delle infrastrutture e lo sviluppo di un territorio. Il sistema dei trasporti di una città, di una regione, di uno Stato e/o continente è uno dei fattori di crescita economica e qualità della vita. L’Europa dedica la maggior parte dei suoi programmi politici a governare tale sistema per renderlo più efficace e meno inquinante, riducendo quanto possibile l’impatto sull’ambiente.

Il modello europeo – relativo al sistema dei trasporti – deve essere rimodellato nel riconsiderare l’ambiente, l’integrazione con la catena logistica, la sicurezza, la gestione dei traffici e soprattutto l’elemento umano.
Un segmento importante della politica dei trasporti nell’Ue è quello relativo alle ‘Ram’ – le c.d. ‘‘, divenute oggi sostenibili: segmento che riesce a mitigare la congestione del traffico stradale, divenuto oggi fulcro principale di una nuova logistica intermodale, focalizzata nella modalità del trasporto marittimo, ed è per questo che si parla di ‘porti sostenibili’.

Infatti, i porti sono oggi i ‘nodi’ della catena trasportistica – tra/da il mare e la/alla terra – a sostegno delle attività economiche dell’intera area intra-retro portuale. La ‘sostenibilità’ come requisito di base fondamentale per tutte le attività portuali; per questo occorre una pianificazione e programmazione d’infrastrutture adatta, cercando un compromesso politico fluido tra interessi sociali, economici, turistici e ambientali tra una città e/o regione marittima/portuale.

L’Europa, su queste tesi, sta investendo molto sul concetto di ‘autostrade del mare sostenibili’: rotte di traffico dello short shipping, connessioni marittime, infrastrutture marittime/portuali associate a quelle dell’hinterland, servizi e procedure amministrative; tutti pilastri fondamentali delle Reti Transeuropee (TEN –T network), oltre ad essere strumento finanziario legato alle Connecting Europe Facility (CEF). Le AdM sono capaci di supportare l’industria marittima e i porti; capaci di integrare le operazioni marittime lungo la catena logistica, incrementando i flussi di merce e turistici lungo le rotte basate sul mare e aumentando la connettività tra gli Stati Membri.

Per l’Europa, perseguire uno sviluppo funzionante e sostenibile del settore dei trasporti marittimi è affidato a due obiettivi principali: assicurare una migliore integrazione delle short shipping all’interno di una politica delle reti TEN-T allargata, e ampliare le possibilità di finanziamento per i progetti sulle AdM.

Osservazioni.

Il porto di , importante scalo del Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, riveste un ruolo strategico nel segmento delle autostrade del mare. I dati a disposizione, evidenziano che il traffico ro-ro per tonnellate di merci movimentate nel 2018 (non si considerano gli anni della pandemia) raggiunge livelli significativi della movimentazione complessiva dell’Italia, con previsioni di crescita di traffico in Europa e nel Mediterraneo tra il 2% e il 3%. L’Italia si attesta come leader nel Mediterraneo per questa tipologia di traffico, senza nascondere la valenza del porto di Brindisi dell’intero sistema portuale pugliese.

Ora revisionare la e le connesse politiche significa ri-considerare non tanto la ‘quantità’ di merci movimentate, ma la ‘qualità’ strategica che un porto riveste dentro una rete ri-modulata sull’ambiente e sull’integrazione delle short shipping. Le reti non possono essere solo una connessione marittima funzionale tra i porti della Rete Core (Core network); ma tenendo conto delle peculiarità di un porto, avremo che le AdM possono avere un ruolo maggiore nelle politiche stesse delle TEN-T. Stiamo parlando delle short shipping come strumento per realizzare quello che gli esperti chiamano ‘spazio marittimo europeo dei trasporti senza barriere’.

Il porto di Brindisi può essere ritenuto efficace – core – per la valorizzazione di tale segmento di traffico, perché l’Europa ritiene le AdM strumento essenziale di pianificazione dei trasporti marittimi europei, in linea anche con gli obiettivi della revisione della Rete TEN-T: garantire un sistema dei trasporti sostenibile, sicuro, smart ed efficiente.
Sostenibile, cioè riduzione dei gas serra e l’inquinamento dell’aria e dell’acqua;
senza soluzione di continuità, cioè migliorando la connettività con l’intera Rete Ten-T, con paesi limitrofi all’Ue; smart, cioè allineando le agende digitali del settore marittimo e dell’Ue, ponendo particolare attenzione alla sicurezza della navigazione e all’automazione.

In questo contesto, il porto di Brindisi e l’intero sistema portuale del mAm, con il Piano Triennale delle opere, sta cercando di facilitare i cambiamenti necessari per giungere agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Si parla di predisporre le infrastrutture per il bunkeraggio con i carburanti alternativi, oppure l’approvvigionamento di energia a basso contenuto di carbonio; con il Documento di Pianificazione Energetico Ambientale del Sistema Portuale si contribuire direttamente anche all’efficientamento energetico nelle aree portuali e all’uso di attrezzature a basso consumo energetico; altra infrastruttura per migliorare la sostenibilità in ambito portuale riguarda quella per lo smaltimento dei rifiuti.

Ed allora, tutte le Istituzioni, Comune di Brindisi, Regione Puglia, e Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, facciano sentire la loro voce per far rientrare il porto di Brindisi nella rete core, concordando con l’AdSPMAM e quant commenta il presidente Patroni Griffi: “La revisione dei parametri per rientrare nella rete europea vedrà anche aspetti qualitativi sui quali stiamo investendo molte energie, respingendo l’idea che Brindisi passi in secondo piano nella visione infrastrutturale nazionale”. Come pure importante l’invito dell’On. le D’Attis, espresso durante il convegno del Propeller Club of Brindisi su ‘La nuova rivoluzione industriale sotto banchina’: “ Se si perde questa occasione, se ne riparlerà fra 10 anni ed è chiaro che sia un treno imperdibile: per questo, chiedo al territorio, agli operatori e alle istituzioni locali di fare quadrato e pretendere l’inserimento di Brindisi nella rete dei porti Core e mi impegno ad organizzare, se vorranno, un incontro con il Ministro Giovannini affinché anche il governo nazionale prenda atto della serietà della richiesta. Invito ufficialmente anche il sindaco della città Rossi a partecipare.”