Porti: Rojc-Nannicini, aperto dossier regime doganale speciale a Trieste

: importante lavoro di squadra in dialogo con territorio”

“Questa risoluzione, che è stata voluta dal Pd e approvata all’unanimità, può dare la spinta per aprire con la una interlocuzione sul che il Governo porterà avanti con convinzione. Con il collega Nannicini abbiamo ottenuto un risultato politico e tecnico importante, anche grazie al sostegno del presidente della commissione per gli Affari europei Dario Stefàno e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enzo Amendola”. Lo ha detto oggi a Trieste la senatrice Tatjana Rojc illustrando assieme al collega Tommaso Nannicini, economista e relatore dell’atto, e alla presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani iter e contenuti dell’Affare assegnato (una risoluzione rafforzata, prerogativa di Palazzo Madama), approvata dal Senato nei giorni scorsi, per l’attuazione del regime di Porto franco internazionale a Trieste.

“Questa risoluzione utilizza le prerogative della commissione Affari europei – ha spiegato Nannicini – per aprire un dialogo istituzionale diretto con la Commissione europea. Nella risoluzione invitiamo la Commissione a rivedere lo status dei punti franchi del porto di Trieste e a riconoscerne l’extradoganalità già riconosciuta dai trattati internazionali. Servirà a superare la strozzatura più evidente, cioè il nodo delle produzioni industriali in esenzione doganale, e quindi ad attirare e costruire un tessuto industriale solido. Abbiamo aperto un dossier – ha aggiunto il senatore dem – adesso si gioca a Bruxelles, per dare seguito alle indicazioni della risoluzione: riconoscere uno status specifico al porto di Trieste, che tenga assieme rilancio delle attività produttive, scambi e commercio internazionale”.

“E’ stato importante il lavoro di squadra accompagnato da un dialogo continuo con il territorio ed è sotto gli occhi di tutti che il Partito democratico ha costruito questo percorso negli anni” – ha sottolineato Serracchiani ricordando che “il Pnrr mette tante risorse sui porti e quello di Trieste è stato ampiamente finanziato. Adesso la partita si gioca al Mef”.

Da parte del presidente di Confetra , Stefano Visintin, che ha ricordato “lo sviluppo del porto di Trieste grazie a operatori privati e lavoratori sotto la guida del presidente D’Agostino”, è stato tratteggiato un percorso iniziato dalla riforma della portualità e dal decreto del 2017 sulla gestione dei punti franchi nella zona del porto franco di Trieste, alle deliberazioni del Consiglio regionale Fvg, fino alla risoluzione approvata dal Senato, definita “un atto politico importantissimo che dà un senso complessivo in cui una Nazione decide di puntare su un asset strategico”.

“Serracchiani: importante lavoro di squadra in dialogo con territorio”

“Questa risoluzione, che è stata voluta dal Pd e approvata all’unanimità, può dare la spinta per aprire con la Commissione Ue una interlocuzione sul porto di Trieste che il Governo porterà avanti con convinzione. Con il collega Nannicini abbiamo ottenuto un risultato politico e tecnico importante, anche grazie al sostegno del presidente della commissione per gli Affari europei Dario Stefàno e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enzo Amendola”. Lo ha detto oggi a Trieste la senatrice Tatjana Rojc illustrando assieme al collega Tommaso Nannicini, economista e relatore dell’atto, e alla presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani iter e contenuti dell’Affare assegnato (una risoluzione rafforzata, prerogativa di Palazzo Madama), approvata dal Senato nei giorni scorsi, per l’attuazione del regime di Porto franco internazionale a Trieste.

“Questa risoluzione utilizza le prerogative della commissione Affari europei – ha spiegato Nannicini – per aprire un dialogo istituzionale diretto con la Commissione europea. Nella risoluzione invitiamo la Commissione a rivedere lo status dei punti franchi del porto di Trieste e a riconoscerne l’extradoganalità già riconosciuta dai trattati internazionali. Servirà a superare la strozzatura più evidente, cioè il nodo delle produzioni industriali in esenzione doganale, e quindi ad attirare e costruire un tessuto industriale solido. Abbiamo aperto un dossier – ha aggiunto il senatore dem – adesso si gioca a Bruxelles, per dare seguito alle indicazioni della risoluzione: riconoscere uno status specifico al porto di Trieste, che tenga assieme rilancio delle attività produttive, scambi e commercio internazionale”.

“E’ stato importante il lavoro di squadra accompagnato da un dialogo continuo con il territorio ed è sotto gli occhi di tutti che il Partito democratico ha costruito questo percorso negli anni” – ha sottolineato Serracchiani ricordando che “il Pnrr mette tante risorse sui porti e quello di Trieste è stato ampiamente finanziato. Adesso la partita si gioca al Mef”.

Da parte del presidente di Confetra Friuli Venezia Giulia, Stefano Visintin, che ha ricordato “lo sviluppo del porto di Trieste grazie a operatori privati e lavoratori sotto la guida del presidente D’Agostino”, è stato tratteggiato un percorso iniziato dalla riforma della portualità e dal decreto del 2017 sulla gestione dei punti franchi nella zona del porto franco di Trieste, alle deliberazioni del Consiglio regionale Fvg, fino alla risoluzione approvata dal Senato, definita “un atto politico importantissimo che dà un senso complessivo in cui una Nazione decide di puntare su un asset strategico”.