E’ stato recentemente pubblicato, sulla rivista giuridica Italian Papers on Federalism (www.ipof.it) n. 1-2021, rivista on-line dell’ISSiRFA-CNR, “Istituto di Studi sui Sistemi Regionali, Federali e sulle Autonomie, Massimo Severo Giannini” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Roma, Italia), il saggio dell’Avv. Luca Scotto (cultore della materia di diritto pubblico, tenuto dal prof. Nicola Viceconte, presso l’Università degli Studi della Tuscia sede di Civitavecchia): “La visione strategica della Corte Costituzionale sulla portualità dello Stretto di Messina (riflessioni a margine della sent. cost. n. 208/2020).
L’articolo si incentra sulla ratio della riforma portuale del 2016 caratterizzata dal raggiungimento di un “sistema portuale”, verso la crescita e sviluppo del cluster marittimo, impattando concretamente sull’economia, sulle imprese e sui singoli cittadini, e non sugli apparati di gestione.
Il caso dell’istituzione dell’Autorità dello Stretto, contestata dalla Regione Calabria, riporta a quegli antichi localismi, che non hanno permesso al “sistema mare” italiano di coordinarsi, per fronteggiare la competitività dei porti del Nord Europa.
L’Autorità portuale dello Stretto è stata conseguentemente costituita per tutelare e valorizzare le peculiarità dello Stretto di Messina, con una chiara vocazione al traffico passeggeri, rispetto al porto di Gioia Tauro specializzato nel traffico container.
Ragionevolmente il legislatore, pertanto, ha istituito l’Autorità di sistema portuale dello Stretto, dove un elevatissimo numero di passeggeri transitano.
Richiamando il parere del Consiglio di Stato n. 1142/2016, sulla riforma portuale (D.Lgs. n. 169/2016), si evidenzia come quest’ultima guardi «all’esterno dell’apparato pubblico e mira a incidere sul rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, in una visione olistica che mette al centro il destinatario del servizio pubblico e non l’apparato che fornisce il servizio medesimo».
La sentenza n. 208 del 2020- dichiara l’Avv. Luca Scotto- segna così un altro spartiacque tra la riviviscenza di localismi, e la necessità di approdare in termini di sviluppo e competitività, verso un “sistema portuale” tra tutti gli scali italiani.
Si ricorda come l’Università degli Studi della Tuscia sede di Civitavecchia (RM) rappresenti il centro d’eccellenza per gli studi dedicati al mare, in tutti i suoi aspetti economici, biologici, ed ecologici.