Bruxelles. Le transizioni energetiche, ecologiche e digitali, unitamente al mutevole ambiente politico globale, dominato dagli impatti della pandemia di Covid-19, stanno creando complessità peri porti europei e variazioni operative per l’industria portuale in generale. I porti sono al bivio di queste transizioni e di queste realtà mutevoli. Le domande ‘chiave’ che lo studio intende rispondere sono: Come possono le Autorità portuali rispondere al meglio a questi cambiamenti? Fino a che punto possono impostare in modo proattivo la rotta per un futuro più sostenibile, resiliente e intelligente? Cosa ha rivelato la pandemia di Covid-19 sul ruolo dei porti? Quali sono le condizioni necessarie affinché i porti svolgano il loro ruolo di motori di crescita e ripresa economica?
Sulla base di colloqui con 55 leader portuali europei, Deloitte, insieme a ESPO, ha effettuato un’analisi dei principali driver e tendenze che incidono sui porti europei, al fine di definire il ruolo mutevole degli enti di gestione portuale in Europa. I risultati sono stati presentati durante l’ESPO Conference Regatta il 25 maggio e il rapporto è ora disponibile sul sito ESPO.
Isabelle Ryckbost, Segretario Generale ESPO ha commentato: “L’obiettivo dello studio è stato comprendere cosa guida oggi le decisioni dei porti, come i porti si adatteranno e navigheranno in questo mondo in trasformazione e cosa è necessario per ottimizzare questo processo, in modo che i porti in Europa possano continuare a essere un catalizzatore di una crescita sostenibile, intelligente e resiliente. Il rapporto può solo fornire un’istantanea, dal momento che il mondo e l’ambiente operativo dei porti continuano a cambiare mentre parliamo”.
Lo studio ha identificato quattro categorie di driver e tendenze di collegamento che stanno trasformando il panorama portuale: ambientale, tecnologico, geopolitico e demografico.
Sulla base di queste categorie, lo studio spiega come si sta trasformando il ruolo delle Autorità portuali europee e trae un elenco di conclusioni al riguardo.
Poiché i porti in Europa sono molto diversi, è chiaro che sono influenzati in modo diverso da fattori trainanti e tendenze. Nel complesso, le Autorità portuali in Europa stanno assumendo nuovi ruoli aggiuntivi, che si tratti di greening o digitalizzazione, economia blu o circolare, oltre alle loro funzioni tradizionali. Molti di esse si stanno muovendo come agenti di sviluppo commerciali in vari mercati con strategie mirate, mentre il loro ruolo pubblico e le attività guidate dalla loro missione rimangono importanti e stanno ancora aumentando.
Quest’ampia varietà di ruoli, responsabilità e stakeholder implica una maggiore complessità, che richiede più che mai un forte “manager” portuale come partner neutrale e facilitatore nella catena del valore e nel più ampio ecosistema portuale.
Le diverse sfide future, la crescente complessità e l’aumento delle economie di scala del settore spingono i porti a cooperare con altri porti, dalle coalizioni su un singolo progetto alle fusioni complete.
Anche la cooperazione con altre parti interessate sarà fondamentale per trovare soluzioni praticabili a problemi come rendere più ‘verde’ il settore marittimo o la digitalizzazione dell’ecosistema portuale.
Cooperare e facendo squadra, i porti possono sfruttare una conoscenza esterna o ridurre il rischio di determinati investimenti.
Lo studio individua anche alcune possibili tensioni.
In primo luogo, mentre il ruolo dell’ente di gestione portuale è in espansione, i ricavi spesso diminuiscono.
In secondo luogo, i porti sono risorse pesanti e gli investimenti infrastrutturali hanno tempi di esecuzione molto lunghi a causa delle procedure di gara, finanziamento e autorizzazione pubbliche. Ciò rende particolarmente difficile per i porti rispondere e reagire rapidamente alle mutevoli realtà da un giorno all’altro in tempi di prospettive di mercato molto incerte.
Il rapporto suggerisce un’opportunità per rivitalizzare il rapporto porto-città poiché i ruoli delle nuove Autorità portuali, anche nel campo dell’economia circolare e delle energie rinnovabili, le rendono un partner molto rilevante per il greening della città e le rendono attraenti per diversi nuovi lavori di profili disponibili in città.
Identifica anche un modo per reinventare il trasporto marittimo di passeggeri dopo il Covid-19. Sostenere il ruolo mutevole dei porti richiede una visione olistica dei porti, che consideri tutti gli aspetti e i ruoli, nonché le esigenze e le capacità specifiche del porto. Questa diversità rende il sistema portuale europeo più resiliente e implica che la migliore strategia per ottimizzare e supportare il rispettivo ecosistema sarà diversa per ogni porto.
L’Organizzazione europea dei porti marittimi o ESPO, fondata nel 1993, è l’organismo rappresentativo delle Autorità portuali, delle Associazioni portuali e delle Amministrazioni portuali dei porti marittimi degli Stati membri dell’Unione europea e della Norvegia.