Suez. Ancora una volta, il Tribunale Amministrativo di Ismailia ha rigettato la richiesta – la seconda in appena un mese – della società giapponese Shoei Kisen Kaisha per liberare la portacontainer Ever Given, sotto sequestro dal sinistro dell’incaglio nel Canale di Suez, fine marzo 2021. L’Autorità del Canale di Suez SCA sta trattenendo l’Ever Given, portacontainer da 20.388 teu, e il suo carico nel Great Bitter Lake, mentre si sta trattando per un rimborso di oltre 916 milioni di dollari per danni e risarcimento dei costi di salvataggio causati dall’incidente che ha bloccato la Canale per sei giorni.
Quest’ultima decisione del Tribunale non è più appellabile.
La difesa. Durante il dibattimento, gli avvocati della compagnia armatrice giapponese e della nave hanno sostenuto che la causa dell’incidente sia da imputare all’Authority del Canale per aver dato il permesso alla nave di attraversare il canale quando imperversava una violenta perturbazione atmosferica, causando l’arenamento della nave stessa. Anche il Comandante della nave aveva intimato il pilota – presente a bordo– a richiedere l’assistenza di due rimorchiatori – senza risultati positivi – per avere un transito ‘sicuro’del canale.
L’accusa. Sostenendo la posizione della Suez Canal Authority, si posto l’accento sull’operazione di salvataggio e disincaglio della nave, con danni economico/commerciali, oltre ad evitare un disastro ambientale (2.700 tonnellate di bunker presenti a bordo); tutto questo giustifica la mole di dollari richiesta dalla SCA per risarcimento danni. E’ stata evidenziata anche la presenza a bordo della nave di circa 100 container contenenti merci pericolose non dichiarate nella richiesta di transito del canale.
Infine, il presidente della SCA, Osama Rabie, ha dichiarato, durante un’intervista televisiva, che un deposito di 200 milioni di dollari potrebbe essere sufficiente per garantire il rilascio dell’Ever Given -cifra già ridotta rispetto alla precedente di 550 milioni di dollari -.