Bruxelles. Dal 26 al 29 aprile 2021, in seduta plenaria, il Parlamento Ue ha approvato la relazione sulle misure tecniche e operative per un trasporto marittimo più efficiente e più pulito, anche in rapporto alla proposta A9-0029/2021 della presidente commissione per i trasporti e turismo, Karima Delli (francese, membro del partito ecologista Europa Ecologia I Verdi, eurodeputata dal 2009 e presidente della commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo dal 2019).
La presente risoluzione intende proporre una tabella di marcia a livello dell’Ue che preveda misure concrete per limitare le emissioni del settore marittimo. Attraverso tale risoluzione si vuole dimostrare che il livello europeo è fondamentale per rendere più ecosostenibile questo settore, che troppo spesso è considerato prettamente internazionale.
Considerazioni. Il trasporto marittimo e i porti svolgono un ruolo fondamentale per l’economia dell’Unione, dal momento che quasi il 90 % degli scambi esterni di merci avviene via mare, e che svolgono un ruolo importante per il turismo; che il trasporto marittimo e i porti sono fondamentali per garantire la continuità delle catene di approvvigionamento, come dimostrato durante la pandemia di COVID-19; che il contributo economico complessivo del settore marittimo dell’Ue al PIL di quest’ultima era pari a 149 miliardi di euro nel 2018 e che detto settore assicura oltre due milioni di posti di lavoro; che nel 2018, in termini di impatto economico diretto, il settore del trasporto marittimo assicurava nell’Unione 685 mila posti di lavoro in mare e a terra; che il 40 % della flotta mondiale per stazza lorda è controllato dall’Unione europea;
considerando che il trasporto marittimo di merci e passeggeri è un fattore chiave per la coesione economica, sociale e territoriale dell’Ue, in particolare per quanto concerne la connettività e l’accessibilità delle regioni periferiche, insulari e ultraperiferiche; che a tale riguardo l’Ue dovrebbe investire nella competitività del settore marittimo e nella sua capacità di realizzare la transizione sostenibile; che il settore marittimo è regolamentato sia a livello dell’Ue che a livello internazionale e dipende ancora in misura considerevole dai combustibili fossili; che il sistema per il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni di CO2 generate dal trasporto marittimo è attualmente in fase di revisione, al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del trasporto marittimo nelle acque dell’Ue.
Deplora che sul mercato europeo esista una distorsione della concorrenza tra i combustibili fossili, che beneficiano di un trattamento fiscale più favorevole, e i combustibili alternativi puliti prodotti da fonti rinnovabili e pertanto si invita la Commissione a porre rimedio a tale situazione proponendo di ripristinare norme in materia di concorrenza leale, applicando al trasporto marittimo il principio “chi inquina paga” e incoraggiando e incentivando ulteriormente, anche attraverso esenzioni fiscali, l’utilizzo di alternative ai combustibili pesanti, le quali stanno riducendo sensibilmente l’impatto sul clima e sull’ambiente del settore marittimo.
Regimi d’incentivazione dell’energia pulita. Riconosce l’impatto dell’utilizzo dell’olio combustibile pesante; sottolinea la necessità di contrastare efficacemente le emissioni prodotte dai combustibili impiegati dalle navi e di ridurre gradualmente l’utilizzo dell’olio combustibile pesante nel settore del trasporto marittimo, non solo come combustibile in sé, ma anche come sostanza di miscelazione per i combustibili marini; rileva che è necessario garantire la neutralità tecnologica purché essa sia coerente con gli obiettivi dell’Ue in materia di ambiente; osserva che nel trasporto marittimo mancano criteri adeguati e armonizzati a livello dell’Ue sulla cessazione della qualifica di rifiuto; pone l’accento sulla necessità di evitare la rilocalizzazione delle emissioni di CO2 e di preservare la competitività del settore del trasporto marittimo europeo.
Porti e trasporto merci. La risoluzione chiede alla Commissione Ue di sostenere L’obiettivo dell’azzeramento dell’inquinamento delle banchine (per quanto concerne sia le emissioni di gas a effetto serra sia gli inquinanti atmosferici) e di favorire lo sviluppo e la diffusione di soluzioni multimodali pulite nei porti, che siano sostenute mediante un approccio per corridoi; invita la Commissione a intervenire nel disciplinare l’accesso ai porti europei delle navi più inquinanti sulla base della direttiva sul controllo da parte dello Stato di approdo, nonché a incentivare e sostenere l’utilizzo di energia da terra impiegando energia elettrica pulita o altre tecnologie di risparmio energetico aventi un impatto significativo in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e degli inquinanti atmosferici.
Promuovere il trasferimento modale verso il trasporto marittimo a corto raggio, nell’ambito del Green Deal; promuovere il trasporto ferroviario e il trasporto per vie navigabili interne, in quanto alternativa sostenibile al trasporto aereo e su strada di merci e passeggeri; per questi temi, il documento rileva l’importanza di rinnovare e ammodernare la flotta europea nell’ottica di promuovere la sua transizione verde e digitale e favorire la competitività del settore europeo delle tecnologie marittime.
Elaborare una chiara strategia per promuovere il trasporto marittimo ro-ro per le merci, in modo da ridurre la presenza di veicoli pesanti sulle strade; incoraggiare la Commissione a prendere provvedimenti più concreti per collegare la sua politica marittima all’obiettivo di evitare trasporti su strada a lungo raggio e dannosi per l’ambiente in tutto il continente, incoraggiando forniture più vicine ai mercati di destinazione attraverso porti più piccoli.
Ridare senso al concetto di autostrade del mare in quanto parte integrante della rete TEN-T, dal momento che esse sono essenziali per agevolare i collegamenti e i servizi a corto raggio quali alternative sostenibili al trasporto terrestre, nonché di facilitare la cooperazione tra i porti marittimi e il collegamento con l’entroterra semplificando i criteri di accesso, in particolare per i collegamenti tra i porti al di fuori della rete centrale, nonché assicurando un significativo sostegno finanziario ai collegamenti marittimi in quanto alternativa al trasporto terrestre e garantendo il loro collegamento alle reti ferroviarie.
Zone di controllo delle emissioni e IMO. In tema di Zone di controllo delle emissioni, la risoluzione del Parlamento europeo sottolinea l’urgente necessità, dal punto di vista sanitario e ambientale, di istituire una zona di controllo delle emissioni di ossidi di zolfo (SECA) che copra tutti i paesi del Mediterraneo e invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere attivamente la presentazione di tale zona dinanzi all’IMO entro il 2022. L’istituzione di una zona di controllo delle emissioni non solo nel Mediterraneo, ma in tutti i mari europei, è una misura fondamentale per ridurre l’impatto del settore marittimo sulla salute dei cittadini e sulla biodiversità dei mari dell’Unione nonché per armonizzare i limiti delle emissioni di NOx e SOx in tutti i mari europei.
Navi e propulsione. Si invita la Commissione europea, gli armatori e gli operatori di navi a garantire l’attuazione di tutte le misure operative e tecniche disponibili per raggiungere l’efficienza energetica; si osserva che, nel settore marittimo, l’armatore della nave non coincide sempre con la persona o entità responsabile dell’esercizio commerciale della nave; pertanto che il principio ‘chi inquina paga’ dovrebbe applicarsi, ritenendola responsabile, alla parte responsabile dell’esercizio commerciale della nave, vale a dire l’entità commerciale che paga il carburante consumato dalla nave, ad esempio l’armatore, il gestore, il noleggiatore a tempo oppure il noleggiatore a scafo nudo.
Finanziamenti dell’Unione. Si invita la Commissione a sostenere, nell’ambito dei programmi di finanziamento europei, in particolare i programmi Orizzonte Europa e InvestEU, la ricerca su tecnologie e combustibili puliti e la loro diffusione; evidenzia il potenziale dell’elettricità da fonti rinnovabili supplementari, tra cui l’idrogeno verde, l’ammoniaca e la propulsione eolica; sottolinea, a tale riguardo, l’incidenza finanziaria della transizione verso combustibili alternativi puliti, tanto per l’industria navale quanto per la catena di approvvigionamento del combustibile terrestre e per i porti; ritiene che i porti rappresentino poli naturali per la produzione, lo stoccaggio, la distribuzione e il trasporto di combustibili alternativi puliti; chiede che nel quadro del programma Orizzonte Europa siano riproposti gli inviti a presentare progetti “Green Deal”, già indetti dalla Commissione nell’ambito di Orizzonte 2020, in particolare al fine di rendere più ecosostenibile il settore marittimo e sostenere la ricerca e l’innovazione nonché la diffusione di alternative ai combustibili pesanti, le quali stanno riducendo sensibilmente l’impatto sul clima e sull’ambiente del settore marittimo.
Controllo e attuazione. S’invita la Commissione a garantire la trasparenza e la disponibilità di informazioni in merito agli impatti ambientali e alle prestazioni energetiche delle navi, nonché a valutare l’istituzione di un sistema di etichettatura a livello europeo, in linea con le azioni
adottate a livello di IMO, che dovrebbe mirare a ridurre efficacemente le emissioni e assistere il settore fornendo un migliore accesso ai finanziamenti, ai prestiti e alle garanzie in base alle sue prestazioni in materia di emissioni, migliorando il monitoraggio delle emissioni, creando benefici attraverso la concessione di incentivi alle Autorità portuali ai fini della differenziazione dei diritti d’uso dell’infrastruttura portuale nonché aumentando l’attrattiva
del settore; sottolinea inoltre la necessità di un’ulteriore promozione, sviluppo e attuazione del regime “nave verde”, che dovrebbe tenere conto della riduzione delle emissioni, del trattamento dei rifiuti e dell’impatto ambientale, in particolare attraverso la condivisione
di esperienze e competenze.