Roma. Il Regolamento 1315/2013 dell’Ue sui criteri per designare i porti ‘core’ nella rete Ten-T va sicuramente rivisto. Sul tema era intervenuto, a giusta ragione, l’On. le Mauro D’Attis proprio sul caso “Brindisi, porto core”, estromesso dalla rete per ‘motivi politici’ e non tecnici, durante il webinar dello scorso 7 aprile, promosso dal International Propeller Club Port of Brindisi.
Sostanzialmente, l’On. le Mauro D’Attis, membro Commissione Bilancio Camera dei Deputati e coordinatore regionale di F.I., sottolinea la poca efficacia registrata dai ‘corridoi’, sia longitudinali e sia trasversali, tra il Mar Tirreno e l’Adriatico, e che raggiungono solo i porti del centro – nord Italia. I nuovi orizzonti dello shipping internazionale e della logistica, non più solo al servizio del trasporto marittimo ma asset fondamentale del business economico/marittimo, ci obbligano a rivedere l’intera rete Ten-T, almeno per quanto riguarda l’Italia. I nuovi driver dell’economia marittima portano a proporre una vision di ‘porto del futuro’ se si avrà traffico, apertura all’internazionalizzazione, corredo imprese logistiche e soprattutto capacità di attrarre investimenti sul proprio retroporto.
Durante il webinar del Propeller Club salentino, D’Attis ha sostenuto che “Brindisi è porto industriale, commerciale e turistico, per cui, avendo i giusti parametri, va re-inserito nella rete Ten-T riformata”. “Brindisi merita di essere inserito nella rete europea dei port core – ha continuato D’Attis – ma occorre un’assunzione di responsabilità da parte della Regione Puglia che lo dovrà proporre al Governo italiano, che a sua volta lo dovrà inserire nella rete europea. Questo atto amministrativo/politico di proposta lo deve compiere la Regione Puglia, anche perché è un’occasione che non si potrà più ripetere, visto che l’AdSPMAM si muove con opere nella direzione della transizione ecologica.”
Lo scorso novembre 2020 a Pescara, la Regione Puglia firmava il Protocollo d’intesa per garantire lo sviluppo delle Regioni Abruzzo, Marche, Molise e Puglia (presidente Emiliano assente per problematiche gestioni anticovid-19). (art. “Corridoio Adriatico, l’intesa si ferma sempre a Bari “ su questo sito). In particolare si decise di intervenire sui temi legati al potenziamento della dorsale adriatica centromeridionale, fermandosi però a Bari. Anche con questo protocollo non si vuole riconoscere la capacità trasportistica funzionale del Porto di Brindisi.
Ora, dal 10 febbraio al 5 maggio 2021, è stata aperta la consultazione sulla revisione del Regolamento (UE) n. 1315- 2013, che definisce una serie di orientamenti per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), disciplinando la politica Ue in materia di infrastrutture logistiche.
La decisione dell’Ue di riaprire la consultazione è in linea con il Piano d’azione incluso nella Comunicazione della Commissione sul ‘Green Deal’ europeo e con la “Sustainable and Smart Mobility Strategy”, che prevede, per il 2021, appunto una proposta di revisione del Regolamento Ten – T.
La consultazione è aperta a più soggetti tra cui: Autorità pubbliche europee, nazionali, regionali o locali, nonché di Paesi terzi; agenzie che si occupano di promozione dei trasporti; gestori dell’infrastruttura ferroviaria e stradale; operatori aeroportuali, portuali e dei terminal ferroviari; spedizionieri,Università, istituti di ricerca ed altri portatori d’interessi. Mi risulta che l’AdSPMAM, su iniziativa del presidente, Prof. Avv. Patroni Griffi, stia lavorando in merito, promuovendo il re-inserimento di Brindisi nella rete Ten-T come port core. Come pure l’impegno dell’On. le Mauro D’Attis sulla questione è vigile ed operativo. E gli altri? Comune di Brindisi, Regione Puglia, operatori portuali e aeroportuali, Propeller Club che fanno, attendono che il protocollo di Pescara vada avanti?