L’AdSP MAS: “Provvedimento nel complesso in continuità con Comitatone. Da noi massima collaborazione per dare avvio a concorso di idee per soluzione definitiva ma le proposte dovranno rispettare criteri di sicurezza, compatibilità ambientale e salvaguardia dell’essenza di homeport di Venezia nel settore crociere”
Venezia-In seguito al Decreto legge “Disposizioni urgenti per il traffico crocieristico e delle merci nella laguna di Venezia” approvato ieri dal Consiglio dei Ministri l’AdSP MAS ricorda che:
·Quanto stabilito dal Decreto Legge rimane, nel complesso, in continuità con quanto emerso nel corso del Comitato di indirizzo, coordinamento e controllo sulla laguna di Venezia (il cosiddetto Comitatone) del 21 dicembre 2020 che prevedeva una duplice soluzione per dare seguito al decremento del transito delle navi da crociera attraverso il canale della Giudecca ovvero: a) far attraccare le navi passeggeri di maggiore tonnellaggio, nel breve e medio termine, in via temporanea e transitoria a Porto Marghera individuando quale approdi, nel breve periodo 2 terminal commerciali (VECON e TIV) e, nel breve/medio periodo presso un terminal dedicato localizzato nel canale Nord – Sponda Nord; b) l’individuazione di una soluzione definitiva fuori dalle bocche di porto della Laguna di Venezia da ricercarsi tramite una call pubblica per la valutazione tecnica delle proposte.
·Dal Comitato di indirizzo, coordinamento e controllo sulla laguna di Venezia (il cosiddetto Comitatone) del 21 dicembre 2020 è stato confermato che le navi di minore stazza continuino a ricorrere, per raggiungere il terminal della Marittima, al canale di grande navigazione Lido-Bacino di San Marco-Giudecca.
·In linea con quanto stabilito dal cd. Comitatone e quanto emerso dal Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri nella giornata di ieri, l’AdSP aveva indetto il 27 febbraio 2021 il bando per l’affidamento dei servizi tecnici di ingegneria ed architettura inerenti la progettazione di fattibilità tecnico economica ed attività specialistiche afferenti la realizzazione di un nuovo terminal crociere presso l’area sita in canale industriale nord – sponda nord di Porto Marghera in scadenza il prossimo 15 aprile e per il quale sono stati stanziati oltre 936.000 euro dal MIMS.
·Prima della crisi connessa alla Pandemia che ha di fatto bloccato il settore globalmente, il comparto crocieristico veneziano occupava nel suo complesso circa 4.200 persone, mentre il solo scalo passeggeri poteva contare su oltre 1.700 occupati diretti. Inoltre l’attività crocieristica comportava riflessi economici indubbiamente positivi per la città; in base allo studio di Ca’ Foscari “L’impatto economico della crocieristica a Venezia” infatti, sono 280 i milioni di euro all’anno di spesa del settore che contribuiscono con il 3,26% al PIL locale. Tali valori sono riconducibili quasi esclusivamente alla funzione “homeport” del Porto di Venezia.
Cinzia Zincone, Commissario Straordinario dell’AdSP MAS commenta così: “Il Decreto Legge, nella sua definizione pratica, dovrà rappresentare un atteso passo in avanti verso una soluzione condivisa, anche con la Capitaneria di Porto di Venezia, la Regione del Veneto e la Città Metropolitana di Venezia, e definitiva della questione del transito delle navi da crociera a Venezia. Al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ho garantito la nostra collaborazione nel dare avvio al concorso di idee per l’elaborazione di proposte e progetti di fattibilità tecnica ed economica per realizzare i punti di approdo fuori dalla laguna.
È chiaro ovviamente che le proposte dovranno necessariamente rispettare stringenti criteri di sicurezza, di compatibilità ambientale e di salvaguardia dell’essenza di homeport di Venezia nel settore crociere, elemento quest’ultimo imprescindibile per dare certezze al mercato crocieristico e assicurare la rilevanza economica e occupazionale del settore per la città e il territorio. Quanto alle soluzioni temporanee, a breve e medio termine, daremo avvio a quanto è stato richiesto al nostro Ente consapevoli chiaramente che tali soluzioni non possono pregiudicare l’attività commerciale e industriale a Porto Marghera ma debbano invece, quanto più possibile, puntare al recupero – ambientale, produttivo e occupazione – di aree attualmente in disuso”.