Roma. L’economia del mare, cosiddetta blue economy, costituisce una parte importante dell’economia italiana e il “mare” rappresenta una risorsa rilevante per lo sviluppo del Mezzogiorno, se declinato nelle varie filiere come quelle del turismo, delle grandi strutture logistiche e dei centri commerciali. Le zone economiche speciali (ZES) rappresentano, oggi, l’ultima frontiera delle politiche governative di sviluppo del Mezzogiorno. Politica che si concentra sui porti, nei quali s’intende valorizzare gli insediamenti imprenditoriali, gli incentivi e progetti d’investimento capaci di rendere trainanti i settori di punta dell’economia italiana e meridionale, quali l’agroalimentare, aereonautica e automotive e il sistema del Made in Italy in generale.
Alcune realtà locali fanno ancora fatica a comprendere una tale strategia; si ritrovano con delibere di Consiglio Comunale anche favorevoli per lo sviluppo territoriale/portuale, ma sono contrastate da relazioni tecnico/ambientali editi da burocrati senza responsabilità politica e che governano il futuro di quella città/regione.
E’tempo che si passi all’azione operativa delle Zes! Siamo ancora a parlare di misure di semplificazione amministrativa (D.L. 135/2108 convertito in L. in dicembre 2019) circa la riduzione di un terzo dei termini procedimentali previsti, soprattutto quelli concernenti valutazione di impatto ambientale (via), valutazione ambientale strategica (vas), autorizzazione integrata ambientale (aia), autorizzazione unica ambientale (aua), autorizzazione paesaggistica, permesso di costruire, concessioni demaniali portuali; oltre alla riduzione dei termini della conferenza di servizi semplificata.
Intanto, molte imprese riscontrano l’eccessiva complessità di alcuni procedimenti per potersi localizzare nelle Zes, tra cui le autorizzazioni ambientali e i permessi di costruire; senza parlare della coesistenza di diversi organismi, sia a livello nazionale e sia locale, coinvolti nelle procedure amministrative. Ricordiamo che il Piano per il Sud 2030 ha promosso la strategia delle Zes quale opportunità di sviluppo dell’intero Mezzogiorno, anche se il Governo per l’attuazione ha previsto l’istituzione di un Commissario Straordinario per ogni Zes.
E si arriva al decreto ultimo sulle ”semplificazioni”, in cui si recita che, ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di realizzare un’accelerazione degli investimenti e delle infrastrutture portuali, si dovrà applicare la semplificazione delle procedure, al fine di fronteggiare le ricadute economiche conseguenti all’emergenza epidemiologica da Covid-19. All’art. 46 (Semplificazioni in materia di Zone Economiche Speciali) del citato decreto, sarà il Commissario straordinario del Governo (prima era il Segretario generale dell’AdSP), avvalendosi del supporto dell’Agenzia per la Coesione territoriale e dell’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – Invitalia -, a coordinare le iniziative operative a garantire l’attrazione, l’insediamento e la piena operatività delle attività produttive nell’ambito della Zes. Il Commissario contribuirà a individuare, tra le aree identificate all’interno del Piano di Sviluppo Strategico, le aree prioritarie per l’implementazione del Piano, curandone la caratterizzazione necessaria per garantire gli insediamenti produttivi, oltre ad altri compiti amministrativi.
Una sovrastruttura governativa ulteriore nella governance delle realtà portuali e retroportuali che sicuramente accelera l’iter procedurale degli insediamenti produttivi, ma ne rallenta i tempi per via delle tantissime autorizzazioni ambientali elencate prima. La novità del decreto, per le Zes, è che si possono istituire delle zone franche doganali intercluse ai sensi del regolamento Ue n. 952/2013. La perimetrazione di dette zone franche doganali, il cui piano strategico sia stato presentato dalle Regioni proponenti entro l’anno 2019, è proposta da ciascun Comitato d’indirizzo entro il 31 dicembre 2020 ed è approvata con determinazione del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, da adottare entro sessanta giorni dalla proposta.