COVID-19: È URGENTE RISOLVERE LA PROBLEMATICA DEI CAMBI EQUIPAGGIO

Roma-Da notizie di stampa si apprende che 13 paesi hanno adottato misure internazionali per consentire gli avvicendamenti degli equipaggi, riconoscendo i come key workers perché il è strategico per la catena logistica mondiale, per l’approvvigionamento energetico e di beni di prima necessità.

Per tale ragione, i lavoratori marittimi, durante la pandemia, non si sono mai fermati, ma a tutt’oggi a causa delle restrizioni alla libera circolazione delle persone, imposte in quasi tutto il mondo dai singoli Paesi, è ancora impossibile procedere ai necessari avvicendamenti. In Italia, sul problema degli equipaggi ancora bloccati sulle navi a causa dell’ COVID-19, l’industria armatoriale insieme alle ha più volte richiamato l’attenzione, chiedendo al Governo e ai Ministeri competenti di convocare con la massima urgenza un tavolo di confronto per condividere le problematiche e individuare le soluzioni ma, fino ad oggi, non si è registrato nessun segnale positivo in tal senso.

Questa situazione sta diventando assolutamente insostenibile, perché ormai da molti mesi migliaia di marittimi italiani sono in attesa di poter rientrare in Italia e sono allo stremo delle forze psico fisiche, mentre coloro che dovrebbero sostituirli a bordo non possono imbarcarsi e quindi lavorare. “Da mesi – afferma Mario , presidente di – stiamo chiedendo un’azione umanitaria rapida e decisa da parte del Governo per garantire ai nostri marittimi corridoi di transito sicuro, per farli arrivare a bordo per lavorare e per farli
tornare a casa una volta terminato il normale periodo di imbarco”. “È urgente e prioritario – afferma Stefano Messina, presidente di Assarmatori – intervenire per la salvaguardia della vita umana in mare e per la sicurezza della navigazione e delle nostre navi. Non fare niente sarebbe un’ulteriore sottovalutazione dell’importanza strategica del trasporto marittimo e del lavoro di chi lo garantisce”.

“Armatori e marittimi hanno fatto e stanno facendo il loro dovere – afferma Gian Enzo Duci, presidente di – attendiamo ora un segnale concreto”. Se non si riuscirà al più presto ad avvicendare i marittimi attualmente a bordo delle navi, molti di loro potrebbero nel futuro non essere più in grado di navigare.