Ultimamente si è svolto un interessante webinar, organizzato da Atena e dal Propeller Club nazionale, sullo shipping ai tempi del coronavirus. Si è detto che una nuova realtà, generata dopo mesi di lockdown, richiede un nuovo approccio, soprattutto per affrontare i problemi riguardanti il trasporto marittimo di merci e passeggeri. Investire in un futuro sostenibile nel settore dei trasporti marittimi è possibile e non possiamo permetterci di perdere questa grande opportunità. Premesso che l’economia mondiale si trova in forte difficoltà e i tassi di disoccupazione sono ormai altissimi, si parte dal presupposto che la vita come la conosciamo è stata capovolta.
L’unica nota consolante di questo periodo poco felice è stata la riduzione della domanda di energia che con il relativo rallentamento della produzione ha fatto diminuire le emissioni di quasi 400 milioni di tonnellate di CO2 solo nel continente europeo. Molti Paesi stanno registrando cali drastici fino al 40% nei livelli di CO2 e azoto, migliorando notevolmente la qualità dell’aria e la salute personale. Una “nuova normalità” si affaccia all’orizzonte dell’Italia marittima/portuale e dobbiamo saper leggerne i segni! Un segno chiaro sarebbe una ripartenza della nostra penisola rilanciando il Mezzogiorno, visto il numero bassissimo di contagiati da coronavirus; un ritorno al Sud con i suoi porti, le retroportualità servite da Zes e un’intermodalità connessa che possa offrire aiuto alle regioni dell’Italia settentrionale e dell’Europa.
Una nuova normalità in termini d’interazione sociale riconoscendo ai porti meridionali e mediterranei la giusta valenza delle funzioni operative portuali che per secoli hanno dimostrato efficienza/efficacia, abbandonando le tesi delle rotte economico/finanziarie e delle economie di scala, distrutte ormai da uno sconosciuto virus. Un altro intervento interessante è stato quello del dirigente di Costa Crociere e la strategia adottata per una ripartenza delle navi per salvare la stagione crocieristica 2020. Costa Crociere ha scelto per tutte le sue navi la posizione di “hot lay up”: la nave rimane armata ad un livello minimo a seconda della necessità, ed è quindi in grado di riprendere la navigazione in un arco di tempo relativamente breve (meno di due settimane).
Questa posizione si contrappone all’altra detta di “cold lay up” per cui la nave è messa a riposo in un porto senza equipaggio. L’intervento è stato del Vice Presidente, Innovazione e Sviluppo della Compagnia Costa, Franco Porcellacchia. “ Tutte le nostre 14 navi, che battono bandiera italiana sono ferme – ha detto Porcellacchia – tre di queste si trovano in Asia. La maggior parte in Italia fra Palermo, Brindisi, Taranto, Ancona, Civitavecchia, Genova e Savona; una in Brasile e l’ammiraglia, la Costa Smeralda, si trova a Marsiglia”. Nella sua call, Porcellacchia ha confermato che il prodotto crociera (dopo anni di continua crescita) subirà modifiche sostanziali adeguandolo ai tempi e con i protocolli messi in atto per imbarco/sbarco dei passeggeri.
La strategia “hot lay up” si tradurrà con navi dedicate ad un solo mercato, in modo da ridurre le criticità nel caso dovessero sorgere eventuali problemi. Navi dedicate a un solo mercato significa che scalano i porti di uno stesso Paese; in questo modo verrebbero meno i problemi di quarantena e le diverse interpretazioni di leggi emanate dai relativi Governi di altri Paesi. Cambiano gli itinerari nel Mediterraneo finché le condizioni non lo permetteranno. E qui ritornano i porti italiani del Mezzogiorno, che con la propria cultura, sapori e siti per un’esperienza unica, potranno attrarre turisti e crociere per questo 2020. Una Puglia con i suoi 700 chilometri di costa è tutta da visitare.