Bruxelles. I porti europei hanno fatto tutto il possibile, dall’inizio dell’emergenza sanitaria di coronavirus, per garantire la continuità delle operazioni carico/scarico delle merci e quindi assicurare la sicurezza dell’approvvigionamento. Hanno attivato “piani di emergenza” per garantire la piena attività operativa, dimostrando l’importante ruolo – infrastruttura essenziale – nella fornitura delle merci necessarie. Oggi, più di ieri, i porti sono importanti nel contribuire a superare la crisi sanitaria e nel fornire alle città, ai cittadini, ai centri sanitari e alle imprese beni e i materiali necessari.
“Ora è importante prepararsi per il dopo la crisi – ha commentato Isabelle Ryckbost, segretario generale dell’ESPO (European Sea Ports Organisation) -. L’Organizzazione europea dei porti marittimi è la principale interfaccia tra i porti marittimi europei e le istituzioni europee e i suoi responsabili politici. “L’ecosistema portuale – continua Ryckbost – sta affrontando gravi impatti economici, ma in passato i porti hanno dimostrato di essere resilienti.”
In sostanza, si sostiene che al fine di recuperare rapidamente, con crisi sotto controllo, il ruolo nella crescita e nella ripresa economica dell’Europa, è importante che i porti e le imprese portuali siano supportati quando e dove necessario. Il sostegno deve aiutare a colmare questo periodo di assenza o di riduzione dell’attività economica. “È anche importante – ha concluso Isabelle Ryckbost – che i progetti e gli investimenti nelle infrastrutture portuali e di trasporto possano essere perseguiti come previsto e, se possibile, anche rafforzati”. L’ESPO, al fine di rilanciare l’economia europea, ha proposto un piano strategico di ripresa sul come affrontare l’impatto socio-economico del dopo Covid -19.
Il piano prevede:
1°- i porti europei, le parti interessate e le imprese portuali (in blocco temporaneo) devono poter beneficiare di misure di sostegno immediate a livello sia dell’Ue e sia degli Stati membri. Una condizione importante per tale ripresa è garantire la fattibilità finanziaria a breve termine dell’industria marittima e delle imprese più colpite nel porto. Tutti i porti europei dovrebbero essere presi in considerazione per tali misure, indipendentemente dal loro stato nel progetto TEN-T.
2°- i porti europei chiedono ai responsabili politici dell’Ue di rafforzare il sostegno e gli strumenti finanziari esistenti per i progetti infrastrutture portuali (CEF = Connecting Europe Facility) e di rafforzare gli investimenti per consentire ai porti europei di svolgere il proprio ruolo nella decarbonizzazione dell’economia europea.
3°- i progetti su infrastrutture portuali e di trasporto in corso, che sono ritardati da misure di blocco nazionali richiedono flessibilità nei termini e dovrebbero rientrare nel principio “use-it/lose-it”;
4°- i porti con traffico passeggeri di rilievo e/o attività connesse al turismo (con particolare collegamenti dei traghetti, ma anche le crociere), in forte sofferenza in questo periodo, devono essere tenuti in debita considerazione.
Occorrono iniziative volte a ripristinare la fiducia nella sostenibilità, salute e sicurezza del traffico marittimo di passeggeri e delle crociere. Nel processo di recupero, i porti, con il piano strategico ESPO, svolgeranno il ruolo storico di “motori di sviluppo” nel superare la crisi economica che l’Europa sta affrontando.