Un provvedimento teso a supportare stakeholders e operatori, nei porti del sistema
Bari – I traffici marittimi (merci e passeggeri) nei porti italiani, improvvisamente, si stanno riducendo a una velocità grande quanto quella del contagio da coronavirus. Il presidente dell’ AdSPMAM ( porti Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli) Ugo Patroni Griffi, bene ha fatto nel firmare un’ordinanza (n. 4 del 18 marzo 2020) contenente “provvedimenti urgenti a seguito della pandemia da COVID -19 per il pagamento dei canoni demaniali marittimi di cui alle concessioni d. m. art. 36 c.n., canoni ex artt. 16-17 e 18 della Legge 84/94 e ss. mm. ed ii. e diritti portuali per il traffico passeggeri e veicoli, in attuazione delle disposizioni di cui all’ art. 92 del D. L n. 18 del 17.03.2020 Cura Italia”. L’ordinanza è stata pubblicata sul sito web istituzionale dell’Ente, ed è consultabile sul sito dell’Autorità.
Tempo di guerra. Da molti commentatori e scienziati hanno paragonato questo periodo di emergenza sanitaria a quello attraversato dai popoli durante gli ultimi due conflitti mondiali. Tutti i settori industriali e produttivi si sono trovati ad affrontare una “guerra globale” dovuta a un virus della globalizzazione che non conosce frontiere per contagiare i popoli della Terra. E in tempo di guerra si adottano provvedimenti legislativi d’urgenza, come l’ultimo bando di reclutamento di laureati in medicina e in scienze infermieristiche senza concorso. In più, il Governo italiano ha adottato (come primo passo) misure straordinarie e urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese al fine di contenere le ricadute economiche negative derivanti dalla diffusione su tutto il territorio italiano e internazionale della pandemia, così dichiarata dall’OMS, scatenata dalla propagazione del contagio da COVID-19.
Porti. In un momento di crisi eccezionale come quello che stiamo vivendo – rileva il presidente dell’AdSPMAM, Prof Ugo Patroni Griffi – è nostro dovere mettere il sistema dei porti in condizione di recuperare il terreno perduto e ripartire con celerità, se non vogliamo la fine – da virus – dei nostri porti. Il presidente Patroni Griffi, lungo l’orizzonte legislativo d’urgenza, approvato dal Governo Conte, si è adoperato nel proporre e poi di “ordinare” misure economiche mirate a evitare l’impatto negativo sul Sistema Portuale del MAM, derivante dalla diffusione del COVID-19 su tutto il territorio nazionale e internazionale, evitando di mettere a rischio la stabilità del bilancio dell’Ente.
L’Ordinanza n. 4 del 18 marzo 2020. L’Ordinanza, semplice e di pochi articoli, emessa dall’AdSPMAM, si presenta sullo scenario portuale marittimo italiano come “esempio”e apre una strada che è l’unica percorribile se effettivamente si vuole un vero recupero nella competizione globale sanitaria (da virus) e nella competizione con le altre realtà portuali europee. Realtà (l’Ue dei trasporti e delle infrastrutture) che si affanna a rendere deboli e fuori campo i porti italiani con tutti i mezzi (legislativi, finanziari, economici). Un’Ue, finanziaria e non dei popoli, si appresta a mettere in difficoltà gli asset portuali italiani (com’è già successo per i porti ellenici); le varie tasse, i vari procedimenti di messa sotto infrazione dell’Italia stanno diventando dei veri “virus” che intendono contagiare l’intero Mediterraneo.
Bene ha fatto il presidente Patroni Griffi a mettere nero su bianco firmando la prima ordinanza in tempo di “guerra” e di “pandemia”. Attraverso il provvedimento, l’AdSPMAM introduce misure nei limiti massimi consentiti dalla legge: posticipa il pagamento dei canoni e dei diritti portuali per contrastare e contenere le ricadute economiche negative. Nello specifico, sono rinviati al prossimo 15 dicembre i pagamenti dei canoni dovuti dalle imprese portuali autorizzate all’espletamento di operazioni portuali nei cinque porti del sistema (artt. 16, e 17 L. 84/94), e da tutte imprese portuali che sono anche concessionarie di aree demaniali marittime (art.18 L.84/94).
Non solo, l’AdSP MAM ha introdotto nel provvedimento anche altre categorie, non contemplate dal “Cura Italia”, ampliando così lo spettro dei soggetti beneficiari del provvedimento. Si tratta di tutti i concessionari di aree demaniali marittime (art. 36 del Codice della Navigazione) che usufruiranno di una proroga al 15 novembre del termine di scadenza del pagamento del canone; e delle compagnie di navigazione (art. 6 L. 84/94) che, invece, vedranno differito di 30 giorni, dall’emissione della relativa fattura, il termine di pagamento dei diritti portuali, senza l’applicazione degli interessi.
“Il Covid-19 sta attaccando ferocemente anche i polmoni della nostra economia, ha commentato il presidente Patroni Griffi. Con quest’ordinanza intendiamo dare una boccata di ossigeno a tutto il nostro cluster marittimo che registra quotidiane e continue flessioni nei traffici di persone e mezzi. Stiamo compiendo uno sforzo efficace, per consentire alle aziende di recuperare liquidità, andando ben oltre la ratio legis del Cura Italia. Una tale ordinanza è un ulteriore aiuto che vogliamo fornire a tutta la comunità portuale dell’ Adriatico Meridionale perché possa avere il tempo di riprendersi, una volta terminata l’ emergenza.”
Giusto un commento: Presidente il prossimo passo sarà quello di ottenere i “super poteri commissariali”, come il Governo Monti affidò al porto di Taranto nel 2012. La ministra De Micheli dovrebbe farsi carico. In questa maniera, in tempo di “guerra” si può sospendere il “codice degli appalti” e sbloccare i vari progetti per permettere di essere un “porto” con tutte le sue funzioni e non un asset per poterlo comprare in borsa speculando con le vibrazioni virali di uno spread non tutto chiaro.