L’attività di Stazioni Marittime e le ricadute economiche per la città di Genova: Presentazione del Report di Risposte Turismo

Si stima che i 2.000 scali e i 3,5 milioni di passeggeri accolti e gestiti da Stazioni Marittime nel 2019 abbiano generato ricadute totali sul tessuto economico-produttivo di Genova comprese tra 374 e 433 milioni di euro. Considerando il totale delle ricadute dirette ed indirette, si stima che nel corso del 2019 ciascuno dei 3,5 milioni di passeggeri movimentati abbia creato un valore economico di 106 euro.

Questi alcuni numeri emersi dal report di Risposte , società di ricerca e consulenza, finalizzato a determinare le ricadute economiche legate al traffico passeggeri del , presentato oggi da Stazioni Marittime alle istituzioni e agli esponenti del comparto marittimo-portuale, del commercio e del turismo genovesi.

Lo studio parte dall’analisi delle spese dirette per poi determinare quelle indirette e indotte.  L’analisi delle spese dirette generate dai traffici crociere e traghetti sono declinate attraverso 5 diverse direttrici: spesa dei crocieristi, spesa dei passeggeri traghetto, spesa degli equipaggi e spesa delle compagnie, sia crociere che traghetti.  La stima delle ricadute dirette nel 2019 si è attestata in un intervallo compreso tra 108 e 117 milioni di euro.

E’ importante sottolineare che il primo porto ligure per traffico ha registrato infatti nel 2019 il suo record collocandosi tra i primi quattro porti italiani, con 1,35 milioni di passeggeri movimentati. Accanto alla prevalente dimensione di traffico in imbarco e sbarco (inizio e fine crociera) si è registrata una consistente crescita dei crocieristi in transito, che oggi rappresentano il 47% del totale. In aumento anche i passeggeri dei traghetti verso destinazioni di aree ed extra Schengen, con  circa 89.000 unità in più rispetto al 2018, per un totale di 2,17 milioni nel 2019.

“Un’analisi approfondita e dettagliata – sottolinea Edoardo Monzani, AD di Stazioni Marittime S.p.A. – che conferma l’efficienza dei servizi offerti agli armatori da parte di Stazioni Marittime e l’importante contributo dell’attività della nostra Società per il tessuto economico di Genova, anche come collegamento e scambio tra Porto e Città. Il mercato crocieristico è in continua crescita a livello mondiale sia come flotta che come indotto e, rappresentando un’industria di assoluto rilievo, meriterebbe maggiore attenzione per il valore che comporta in termini di ricchezza e lavoro”.

L’indagine sui passeggeri delle è stata realizzata tra luglio e settembre 2019 con rilevazioni mirate su un campione di 600 crocieristi. In particolare, è emerso che la spesa media pro capite per i crocieristi in imbarco-sbarco è stata di 19,8 euro e di 42,1 euro per i crocieristi in transito. La spesa media diretta dei passeggeri dei traghetti è stata di 12,81 euro per passeggero in fase di imbarco e di 7,38 euro per il passeggero in fase di sbarco. Per quanto riguarda le spese dirette su Genova degli equipaggi delle navi da crociera l’analisi si è basata sul dato dell’ultimo report  che riporta 23 euro come media pro capite.

L’analisi dell’ultima direttrice di spesa, relativa all’indotto diretto generato dalle compagnie crocieristiche con le proprie navi per un totale di 281 scali durante l’anno, ha portato al calcolo  di ricadute dirette comprese in un intervallo  tra 25,09 e 32,76 milioni di euro. Per quanto riguarda le compagnie traghetto, considerando le oltre 1.700 toccate dei traghetti nel 2019, il valore di spesa diretta è stato stimati tra 16,8 e 18,2 milioni di euro.

A partire dall’analisi delle spese dirette è stato quindi possibile stimare le ricadute indirette e indotte generate dall’attività di Stazioni Marittime. Dati e coefficienti a fonte Istat hanno permesso a di identificare e stimare le relazioni economiche tra i settori produttivi che, integrati con le indagini realizzate per la stima delle spese dirette su Genova, hanno portato a valutare le ricadute totali dell’attività di Stazioni Marittime nel 2019 in un intervallo tra 374 e 433 milioni di euro, mentre quelle occupazionali tra 2.365 e 2.785 unità lavorative per circa 50-60 milioni di euro in redditi da lavoro.