Dibattito a Jesi: “Portualità adriatica da Federico II alla Nuova Via della Seta” e discussione del volume di Alfonso Mignone “La riforma portuale di Federico II”

Sabato 15 febbraio ore 17.30 a Jesi la , con il patrocinio del Comune di Jesi e la collaborazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e Port of , organizza un incontro dibattito su “Portualita’ adriatica da Federico II alla Nuova Via della Seta”. Nella città natale dello “Stupor Mundi” si discuterà, tralaltro, del volume di Alfonso Mignone “La riforma portuale di Federico II” uscito nel 2017 ma che ancora fa parlare di sé il Cluster .

Federico II scelse come porti adriatici export oriented Pescara, Rivoli (poi scomparsa a favore di Siponto prima e di poi), San Cataldo di Bari (poi inglobata nel ).
L’Adriatico, per il Regnum Siciliae, era già porta per i traffici marittimi verso l’Oriente, e tuttora riveste il ruolo di mare vitale per il commercio. Dopo il dominio di Venezia diviene mare asburgico prima e italiano e dei paesi balcanici poi.

La Rotta Adriatica è attualmente il terminale della Maritime Silk and Road (via della Seta Marittima) che parte dai porti cinesi e attraversa Oceano indiano, Mar Rosso, Canale di Suez, fino a .

Ancona, anche se meno di Venezia e Ragusa (l’odierna ) è storicamente un ex Repubblica Marinara che diede grande impulso alle attività marittime commerciando con i Regni latini e con l’Impero di Costantinopoli, istituendo fòndaci nell’oltremare islamico (Ifriqya, Egitto, Cipro, Siria e Palestina) e legiferando in materia (Statuti Anconitani del Mare 1387).

Considerato lo scenario geopolitico odierno e la riforma legislativa dei porti italiani nel 2016 quale futuro per lo scalo dorico?