Venezia–“Si misura in un milione e mezzo di tonnellate perdute la flessione dei traffici sperimentata nel corso del 2019 dal porto veneziano” – dichiara Pino Musolino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. “Come ho già avuto modo di spiegare nei mesi scorsi, il nostro scalo ha un legame strettissimo con l’industria nordestina e ha risentito fortemente del rallentamento di tutta la manifattura europea e dello scenario di profonda incertezza internazionale.
Fattori di ordine globale dunque ma anche il risultato di una burocrazia italiana che spesso non riesce a stare al passo dell’impresa e dei mercati e che finisce inevitabilmente per ostacolare la crescita e lo sviluppo. L’esempio più evidente è sempre quello dei mancati dragaggi che ci ha portato a perdere traffici importanti, tra cui la linea diretta container con il Far East, un traguardo per cui avevamo speso risorse e duro lavoro.
Nonostante tutto – conclude il presidente Musolino – la conferma dell’interesse di primari operatori internazionali nei nostri confronti e i risultati incoraggianti del porto di Chioggia ci stimolano a continuare con rinnovata determinazione e moderato ottimismo e ci ricordano che il sistema portuale veneto è un motore fondamentale e irrinunciabile per l’economia del nordest e dell’intero Paese, forte di un peso economico annuale di 21 miliardi di euro, di cui 11,7 miliardi di produzione diretta, 7 miliardi di produzione indiretta e 2,3 miliardi di indotto e con oltre 92 mila occupati di cui il 26% al di fuori del Veneto” (Centro Studi Sintesi e Smart Land, 2020).
I dati rilevati tra gennaio e dicembre 2019 fotografano un traffico che si assesta sui 24,9 milioni di tonnellate, in flessione del 5,9% rispetto all’anno precedente quando il porto di Venezia aveva registrato il suo record storico di 26,5 milioni di tonnellate. Particolarmente interessati dal calo dei traffici i segmenti delle rinfuse cerealicole (-28,7%) e dei prodotti minerari come carbone e lignite (-34,1%). Si difende meglio il comparto delle rinfuse liquide che perde comunque un 3,6% ed è sostanzialmente stabile il comparto general cargo (-0,3%). Complessivamente si nota una diminuzione delle chiamate totali: sono state 3363 nel 2019 contro le 3594 del 2018. Il traffico container registra una flessione del 6,1% nei Teu movimentati che si assestano per il 2019 sul valore di 593 mila.
Crescono del 28,9% i traffici del porto di Chioggia che raggiunge 1,3 milioni di tonnellate complessive, con ottimi risultati per quanto riguarda le rinfuse solide (+15,1%) e il general cargo (+54%). Le chiamate complessive salgono a 360 dalle 336 registrate del 2018.