COP 25 alla prossima

. I giorni di proroga non stati sufficienti a dichiarare una COP 25 propositiva di strategie di successo. Le decisioni cruciali sono state rinviate alla prossima del 2020. Bisognava stabilire una strategia per affrontare i , anche se molta scienza non condivide le ipotesi e le proteste di Greta Thumberg e di molta società civile, sono sempre più agguerrite. Possiamo dire che un primato l’ha raggiunto: è stata la COP più lunga della storia, iniziata il 2 dicembre scorso, e terminata dopo oltre due settimane di negoziati.

Alcuni paesi, soprattutto Brasile, Australia e Stati Uniti, sono stati accusati di avere ostacolato apertamente un accordo, per evitare di sottostare a regole più rigide per quanto riguarda l’emissione di ; in particolare gli USA sono stati molto criticati per l’annuncio di ritiro dall’Accordo di Parigi. I Paesi c.d. più sviluppati, durante la conferenza, non hanno dato garanzie sufficienti per creare un meccanismo finanziario per sostenere i Paesi più esposti agli impatti del cambiamento climatico e per mettere in sicurezza le coste con nuove .

Mentre, i Paesi meno sviluppati, poco favorevoli alle misure anti- in quanto arresterebbero la loro crescita economica, chiedono da tempo misure compensative da parte dei Paesi più industrializzati e nei quali la transizione verso la sostenibilità è già stata avviata anche se lentamente. Intanto, per il fisico di fama mondiale, Antonio Zichichi, è bene non confondere cambiamento climatico e inquinamento: “… sono due cose completamente diverse – ha dichiarato lo scienziato –   e legarle vuol dire rimandare la soluzione; l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Il riscaldamento globale è tutt’altra cosa.”.

“Il riscaldamento globale – continua Zichichi – dipende dal motore meteorologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del 5%, mentre il 95% dipende invece da fenomeni naturali legati al Sole. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico.” Si è solo deciso che alla COP26, di novembre 2020 a Glasgow, ogni Paese dovrà indicare l’aumento del contributo nazionale sul clima (Ndc); giusto per comprendere se gli impegni assunti saranno necessari per contenere l’aumento medio della temperatura entro 1,5 gradi entro il 2100 rispetto al periodo pre-industriale.

Altro punto controverso della COP 25 è stato quello della revisione degli aiuti per le perdite e i danni (Loss and damage) che subiscono i Paesi vulnerabili e meno responsabili dei serra, per cui il dell’, Antonio Guterres, ha chiesto ancora uno sforzo di risorse economiche ai Paesi ricchi. Infine, su questo problema, si è deciso di rinviare al 2020, com’è stata rinviata anche la definizione delle regole sul mercato globale del carbonio. Altro “luogo comune”: il 2020 dovrà essere l’anno della svolta, come sempre!