Ursula von der Leyen al Parlamento Europeo

. Il ha ratificato la nomina della nuova presieduta dalla tedesca Ursula von der Leyen. L’organo esecutivo dell’Ue si insedierà ufficialmente l’1 dicembre prossimo. Su 751 eurodeputati, la ratifica ha ottenuto 461 voti a favore (Popolari, Socialisti e Liberali), 157 contrari (sinistra radicale e destra) e 89 astenuti (Verdi e M5S). Un discorso tutto articolato sul clima come strategia di crescita della new Europe da declinare in tutti i settori.

Ha rilevato che l’Europa crescerà se sarà in grado di porsi l’obiettivo a essere per una nuova guida verde, quasi una nuova “costituzione europea verde”. Sembra un obiettivo molto grande e molto lontano da raggiungere se si guarda alle difficoltà che molti Paesi Ue e non stanno incontrando per una decarbonizzazione forzata.

Forzata, perché la Commissione di Ursula von der Leyen chiederà fondi economici aggiuntivi al bilancio Ue 2020 per portare avanti un simile programma; per questo il budget dovrà essere notevolmente modernizzato e cioè più fondi. Poi è da tener presente che sulle emissioni di – e per fronteggiare i – l’Europa è complice solo dell’8% rispetto alla globalità dei Paesi e per questo occorrerà una “parità” di condizioni di mercato. Inoltre, la Presidente della Commissione Ue non tiene conto delle difficoltà finanziarie, economiche e occupazionali che Paesi, come l’Italia, Spagna, e soprattutto Grecia, stanno affrontando. Il discorso si preoccupa più referenze europee e delle capacità dei Commissari senza proporre risoluzioni ai tanti problemi chela Ue dovrà affrontare in futuro.

“Dobbiamo mostrare – ha detto la Presidente – ai nostri partner delle che possono fare affidamento su di noi, ai paesi dei Balcani occidentali che condividiamo lo stesso continente, la stessa storia, la stessa cultura e che condivideremo lo stesso destino: le nostre porte rimangono aperte”. L’Europa dovrà modellare un migliore ordine mondiale – continua von der Leyen – “un ruolo guida”, che sia “una forza motrice” nelle relazioni internazionali; dimenticando che quest’ordine da riproporre ai Paesi UN non potrà essere solo a trazione francese e/o tedesca.

“Nell’era digitale, dobbiamo continuare il nostro percorso europeo”. L’Europa è attualmente in procinto di acquistare uno dei tre super computer più potenti sul mercato mondiale,ma non è ancora capace di costruirlo. La Presidente non ha dubbi che gli impegni sul clima e sulla digitalizzazione porteranno cambiamenti per tutti e poi richiama che “L’agricoltura rimarrà una parte preziosa della nostra cultura e del nostro futuro”, dimenticando quanta distruzione sta operando la “xilella” sugli ulivi italiani. Si richiama che Venezia non può rimanere sottacqua senza nessun piano europeo di della città. Come sul fronte dell’emigrazione solo annunci e promesse d’integrazione mentre persone muoiono in mare.

Questa sarà la Commissione che garantirà la transizione dal materiale all’immateriale; infatti, non si parla quasi più di agricoltura, di pesca, di prodotti alimentari, di energia e di fonti (se il nucleare sarà abbandonato e quanto solare ci sarà), di tutela di un territorio, di reti trasportistiche per la mobilità delle merci e delle persone e della crisi del settore dell’auto. L’Europa del 2050 sarà il primo continente al mondo a essere “carbon neutral”; sarà leader nel digitale e continuerà a essere l’economia che riesce meglio a equilibrare mercato e società. Si spera!