Roma– Lo sviluppo e il rafforzamento di una gestione efficace delle aree specialmente protette di importanza mediterranea (Aspim), il coinvolgimento della società civile nella gestione di queste aree, i risultati raggiunti con il programma di gemellaggio con le aree marine protette italiane, nell’ambito dell’accordo di cooperazione tra il ministero dell’Ambiente e Un Ennvironment/Map, sono stati al centro del workshop in corso al ministero.
Ad aprire i lavori il direttore generale per la Protezione della natura e del mare, Maria Carmela Giarratano, che ha annunciato che il 4 dicembre alla Cop21 di Napoli, durante il segmento di alto livello, saranno illustrati gli esiti di questi gemellaggi, “uno scambio di esperienze di gestione delle aree marine protette, che significano blue economy, turismo sostenibile, coinvolgimento della popolazione”.
Dalla giornata di oggi che, come ha ricordato il direttore, si inserisce nel contesto della Convenzione di Barcellona, nasceranno contenuti e documenti che potranno essere portati alla Conferenze delle parti di Napoli.
Per uno sviluppo sostenibile delle attività socio-economiche, in particolare del turismo sostenibile, all’interno delle aree marine protette e delle aree specialmente protette di importanza mediterranea e per un monitoraggio ecologico e socio-economico sono state coinvolte nell’aprile scorso le associazioni della società civile, nell’ambito del programma di gemellaggio che mira all’attuazione del Piano d’azione per il Mediterraneo della Convenzione di Barcellona.
Come ha spiegato nel suo intervento il dirigente del ministero dell’Ambiente Antonio Maturani, sono stati selezionati sette progetti (italiani, sloveni, albanesi e tunisini) che incoraggiano all’uso sostenibile delle risorse naturali, come è avvenuto, per esempio, con il concorso fotografico “Il mare di Torre Guaceto”, con la collaborazione tra il Wwf di Brindisi e il Consorzio di gestione dell’area marina.
I gemellaggi creano così un network tra le aree protette che rafforza lo scambio di esperienze e le buone pratiche di gestione, anche con l’obiettivo di aumentare il numero di quelle di importanza mediterranea.