Teheran. Le Guardie della rivoluzione islamica, ieri hanno sequestrato un’altra petroliera in navigazione nelle acque del Golfo e con l’accusa di contrabbando di petrolio. La “guerra delle petroliere” continua. A riportare l’accaduto è stato l’agenzia di stampa statale Irna: “ si tratta di una nave straniera che trasportava 700.000 litri di combustibile di contrabbando nelle vicinanze dell’isola di Farsi”.
La nave è stata trasferita verso sud, nel porto di Bouchehr. E’ il terzo sequestro e la terza prova di forza, in poche settimane, da parte dei Guardiani della Rivoluzione. I Pasdaran non hanno comunicato nome, nazionalità e bandiera della nave, ma hanno dichiarato che il carburante era contrabbandato per conto di alcuni Paesi arabi e che sette membri dell’equipaggio della petroliera sono in stato di arresto.
Intanto il Ministro dell’Industria iracheno, ieri domenica, ha smentito qualsiasi collegamento con la petroliera sequestrata dall’Iran nel Golfo Persico per contrabbando di carburante, come riportato dall’agenzia di stampa iraniana Irna. Il Ministero iracheno non esporta diesel sul mercato internazionale e le Autorità irachene stanno compiendo i dovuti passi diplomatici per raccogliere informazioni sulla nave sequestrata. Dalle prime informazioni di oggi si evince che la “piccola nave” sequestrata è di proprietà di una compagnia di navigazione che fa capo ad un armatore iracheno privato e non di nave statale.
Ad accrescere la tensione in quel braccio di mare tra Washington e Teheran si pensi sia stato l’aumento della presenza militare Usa e britannica nella regione. Per il presidente iraniano Hassan Rohani la presenza di forze militari e straniere non porterà sicurezza alla navigazione, ma al contrario farà aumentare le tensioni nella regione del Golfo Persico.
Per quanto riguarda il rilascio della Stena Impero, il portavoce del Consiglio dei Guardiani, vicino alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, ha parlato di misura di “reciprocità” rispetto al sequestro di una nave iraniana da parte della Gran Bretagna a Gibilterra il 4 luglio scorso, con l’Unione europea che ha sollecitato “l’immediato rilascio” di nave e del suo equipaggio per evitare ulteriori tensioni.