Mare, sei anni di TartaLife a tutela di Caretta caretta

Pescatori, turisti e studenti formati per proteggere la del Mediterraneo

Roma – La presente nel , ma anche le normali attività di pesca, rappresentano da sempre un grave rischio per le marine, in particolare per lo stato di conservazione della specie .

Partito sei anni fa, si chiuderà a fine settembre Il Progetto TartaLife (LIFE12 NAT/IT/000937), coordinato dal CNR-IRBIM di Ancona in collaborazione con altri 7 partner. Un programma che ha coinvolto 15 regioni italiane che si affacciano sul mare, dando importanti risultati nella riduzione della mortalità della specie.

Obiettivo principe di TartaLife, arrivare a una diminuzione della mortalità di Caretta caretta causata dalle attività di pesca professionale, sia attraverso la riduzione del bycatch effettuato con alcuni attrezzi della pesca professionale (palangari, reti a strascico e ), che tramite la diffusione di soluzioni tecniche innovative in grado di limitare le catture accidentali e le interazioni delle tartarughe con gli attrezzi.

Ma il progetto è riuscito anche a ridurre la mortalità post-cattura attraverso la formazione dei pescatori sulle buone prassi da seguire a bordo dei in caso di cattura accidentale, e il rafforzamento dei centri per il recupero e il primo soccorso delle tartarughe marine.

Numerosi, in questi anni, i seminari rivolti ai pescatori, le attività informative per turisti e studenti, gli eventi dedicati al mondo delle tartarughe marine (come l’annuale “Tartaday”), tutti sopportati anche da una comunicazione online e sui social network.

Per approfondimenti sul progetto TartaLife visitare la pagina  https://www.minambiente.it/pagina/progetti-del-mese