FEDEPILOTI PRESENTA CONTRIBUTO SULLA SAFETY PORTUALE, MA RILANCIA PER UN CLUSTER UNITO PER IL BENE DEL PAESE

Roma– Un focus sulla safety portuale, ossia la sicurezza della navigazione e delle attività in ambito marittimo e portuale si è tenuto venerdì scorso, 28 giugno, a Genova, a Palazzo Ambrogio di Negro in Banchi, nell’ambito della Genoa Week.

A fare il punto, tra gli altri, esponenti dell’ Marittima (EMSA), della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera e la Federazione Italiana Piloti dei Porti che, con il suo presidente Francesco Bandiera, ha focalizzato l’attenzione sugli elementi di maggior pericolo per la professione, ovvero “la ripetizione delle cose in modo automatico che può erroneamente portare a percepire di essere in quella “safety comfort zone” che predispone ad un abbassamento della soglia di attenzione e che potrebbe indurre a dare le cose per scontate.

Presentato quindi il “Safety Plan” di che, sempre sotto il coordinamento del Comando Generale e seguendo la direzione tracciata dall’EMPA (Associazione Europea dei Piloti), proporrà un percorso di standardizzazione di procedure di comunicazione in caso di emergenze prendendo anche spunto dai recenti casi di cronaca. Altro tema riconosciuto essenziale è scritto nelle “Recommendation on Pilot Boat operation and manning”.

Un documento necessario e fondamentale “in un’ottica di miglioramento reale delle condizioni di sicurezza sul nostro luogo di lavoro – la pilotina- in particolare nel momento di maggiore rischio che sarà sempre il trasferimento uomo: pilotina-nave-pilotina”.

Su emendamento della Federazione Francese, con l’immediato sostegno di Fedepiloti, questa forte raccomandazione europea è stata calibrata meglio per essere effettivamente adattata a tutte le realtà europee, ivi quella Italiana, che è, come sempre, molto differente da quelle del nord Europa. E così dopo un primo momento in cui veniva perentoriamente richiesto di imbarcare almeno due persone a bordo per ogni imbarcazione, oggi si rimanda ad una valutazione locale che avverrà sotto il controllo di chi la sicurezza la gestisce in prima persona: il Comandante del Porto.

La Fedepiloti si impegnerà per la realizzazione di un  programma di formazione del personale imbarcato al fine di implementare: competenza e addestramento per il trasferimento sicuro del pilota, sopravvivenza in mare e tecniche di recupero, addestramento regolare che dovrà includere procedure di emergenza per gestire situazioni di Man Overboard  in modo efficiente, particolare attenzione all’uso di attrezzature specifiche di recupero – sufficienti e adeguate secondo l’equipaggio dell’imbarcazione.

Il presidente ha voluto ricordare proprio da Genova – uno dei porti principali del Paese –  il fondamentale lavoro silenzioso che giornalmente i Conduttori delle “pilotine” (mezzi nautici dedicati al ) fanno in tutta la Nazione per “permettere a noi Piloti di andare a bordo in sicurezza ed in tutte le condizioni di mare tutti i giorni dell’anno” – “questo va evidenziato con decisione e non deve essere dato per assunto” – “una buona prestazione di pilotaggio comincia con un buon imbarco!”. E’ stato evidenziato come anche i conduttori siano incardinati nell’impianto regolato del C.d.N., al quale la Fedepiloti continua ad attribuire grande lungimiranza del legislatore quando fu scritto.

“A noi oggi la capacità di adattarlo e rinnovarlo secondo le norme man mano intervenute negli anni, senza stravolgerne però la natura per permettere sempre al servizio di pilotaggio in Italia di potere operare in modo EFFICACE – EFFICIENTE e SICURO !”.

Ad un anno dell’entrata in vigore del decreto interdirigenziale sull’aggiornamento professionale dei piloti, è stata l’occasione  per un rapido check dell’andamento. Ben il 40% dei piloti in forza ha già completato il percorso secondo i programmi organizzati e supportati dalla Fedepiloti, nonostante  si sia  partiti da zero con organici ridotti rispetto alle reali necessità il che rende effettivamente difficoltoso l’allontanamento dei piloti dal servizio operativo nei porti.

La Federazione dei piloti – unica Istituzione di rappresentanza ad avere anche una visione oltre i confini nazionali, rilancia l’appello circa il momento di particolare pressione che sta vivendo il sistema di pilotaggio in Italia, con un Cluster Marittimo che non riesce a fare sintesi assistendo ad un impercettibile immobilismo-attivo che non vuole tendere al bene collettivo come fine ultimo, ma di autoreferenzialismo sistemico di chi un giorno vorrà e potrà solo dire ”l’avevo detto!”

Riconoscendo invece – il presidente Bandiera – una grande capacità agli Armatori Italiani, unici al mondo ad avere saputo trasformare diverse delle loro aziende nazionali in multinazionali a conduzione familiare di successo. “Solo un Italiano avrebbe potuto fare una cosa del genere”.

Successo a cui – secondo la Fedepiloti – hanno contribuito pienamente gli equipaggi Italiani nel corso degli anni. Un’eccellenza tutta italiana quindi che continua con i Servizi Tecnico-Nautici (Piloti-) che rendono possibili le operazioni portuali con indici di produttività e standard di sicurezza elevati, colmando un gap infrastrutturale conclamato.

Elogio anche agli Agenti Marittimi – dalle parole del presidente – per i “salti mortali” che sono chiamati a fare per rendere i tempi competitivi a dispetto di una conclamata “burocrazia bulimica”, in un mercato, quello marittimo,  tra i più aggressivi e che ha insegnato al mondo cos’è la globalizzazione.

Insomma giusta la definizione data dal dt Luca Telese nella recente assemblea di : “siete un’eccellenza che ha un potere enorme, ma che nessuno ascolta” – riferito al Cluster Marittimo appunto.
Il presidente Bandiera chiude il suo intervento chiedendo un generale “ferma le macchine”, per iniziare a dialogare seriamente all’interno del Cluster Italiano al fine di creare le condizioni per mettere concretamente a disposizione del Paese queste eccellenze e permettere così all’Italia di giocare un ruolo di primissimo piano nel settore marittimo a livello mondiale.