Appello del Propeller Club di Venezia per consentire al porto lagunare di attuare il suo indispensabile sviluppo

: siamo tutti sulla stessa barca, non per cercare il naufragio ma per dare un concreto contributo al futuro del nostro porto e della

Il di Venezia ha lanciato un appello ad enti locali, associazioni di categoria e al mondo imprenditoriale e del lavoro in genere per – ha spiegato l’associazione culturale che riunisce operatori dei settori del trasporto – «far fronte comune, abbandonando sterili polemiche e atteggiamenti autoreferenziali, per creare, invece, quell’indispensabile massa critica di consensi condivisi che consenta al di attuare il suo indispensabile sviluppo nella riqualificazione e valorizzazione delle sue grandi aree oggi disponibili e ai suoi 16.000 addetti la certezza del proprio posto di lavoro».

La decisione di rivolgere questo appello è stata assunta dal consiglio direttivo del Propeller Club riunitosi per analizzare le recenti dichiarazioni del , Danilo , e di quello dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, sul problema delle grandi navi a Venezia nonché quanto è emerso dall’indagine conoscitiva sulle possibilità di crescita o sull’eventuale declino della portualità lagunare che è stata realizzata nei giorni scorsi da una qualificata rappresentanza del Propeller Club all’evento fieristico Logistic di (del 10 giugno 2019).

L’appello giunge anche a seguito della recentissima restrittiva ordinanza della Capitaneria di Porto di Venezia per il passaggio delle grandi navi e delle sue ripercussioni sull’attività portuale e sulle decisioni delle compagnie di navigazione.

«Pur nel rispetto dei singoli, diversi, molteplici contributi mirati alla salvaguardia dell’ambiente, alla sicurezza della navigazione all’interno della laguna, ecc. ecc. – ha detto il presidente del Propeller Club, , illustrando le motivazioni dell’iniziativa – dev’essere comunque fermata con forza l’onda di chi vuole alimentare lo scontro piuttosto che facilitare il sereno confronto tra i tanti attori del cluster. Siamo – ha sottolineato Bernardo – tutti sulla stessa barca – imprenditori, lavoratori enti pubblici e associazioni di categoria – non certo per cercare il naufragio, ma per dare un concreto contributo al futuro del nostro porto e più in generale alla blue economy.

Se dall’indagine conoscitiva, in primis, emerge quanto ancora poco si conosca relativamente alle grandi potenzialità dei nostri scali – ha concluso il presidente del Propeller Club di Venezia – appare invece evidente come per i nostri porti lagunari sia urgente proporsi ai mercati internazionali a livello sistemico con , interporti e grandi infrastrutture».