I prossimi anni, l’Europa, uscita dalle urne il prossimo 27 maggio, metterà in campo alcune scadenze in ambito portuale marittimo che non saranno ad “impatto zero”. I tempi di una pianificazione portuale non sono mai certi. Intanto, l’evoluzione che il sistema dei trasporti marittimi sta subendo non aspetta e nel frattempo si perdono mercato e conseguente funzionalità portuale. Evoluzione che gli studiosi accomunano con una rivoluzione: dalla nave, dagli equipaggi, dai porti passando per un lavoro portuale sempre più automatizzato e tecnologicamente avanzato.
Quanto una città portuale si stia trasformando, socialmente e culturalmente, favorendo uno sviluppo del suo porto è difficile dirlo. Per essere una realtà marittima forte, sostenibile e competitiva, per i prossimi decenni, occorre avere chiari alcuni punti fermi in orizzonti chiari. Sicuramente non occorre una contrapposizione fra enti territoriali per dimostrare le proprie ragioni, importanti per l’oggi e che domani saranno superate. Una progettazione portuale dichiarata e non resa operativa da un lato e una delibera amministrativa senza inciampi legislativi dall’altro non concorrono allo sviluppo marittimo portuale di una città.
E allora, come strategia risolutiva, serve una percezione pubblica evoluta non fatta solo di ricordi, ma, partendo dalle capacità presenti, possa traguardare un futuro prossimo. Riconoscere che l’industria della tecnologia marittima, l’asset portuale e l’economia marittima in generale è d’importanza strategica per un territorio e per una città in quanto fornisce occupazione di qualità per tutta la filiera, dalle piccole imprese alle grandi. Tale consapevolezza vale per tutti: industrie, multinazionali, banche, assicurazioni e agenzie culturali e Ong presenti sul territorio; non esiste solo lo sport da sponsorizzare!
Un settore, quello dei trasporti marittimi, innovativo e tecnologicamente avanzato che offre prodotti e servizi ad alta produttività, con una forza lavoro capace di lavorare con una moltitudine di tecnologie. Un’industria marittima che produce prodotti specializzati che integrano tecnologie “verdi”, innovative che vanno dalle navi per mercati convenzionali a navi, strutture e sistemi, dedicati a uno sfruttamento sicuro sostenibile degli oceani e delle energie rinnovabili marine. Un’industria che cura e sostiene tutto il ciclo, orientato a salvaguardia della vita, dalla progettazione, alla produzione e al funzionamento fino allo smantellamento e al riciclaggio.
Una città portuale per raggiungere tali obiettivi strategici deve mettere in atto un approccio integrato e un’azione politica mirata su quattro aree: occupazione e competenze, condizioni e funzioni portuali, accesso ai finanziamenti , consapevolezza di essere cittadini del mare. Guardando al prossimo decennio, 2025/2035, le città portuali dovranno affrontare nodi e scadenze legislative da rispettare. L’Europa di Bruxelles ha intimato all’Italia di regolamentare la tassazione dei porti; e dal 2020 le AdSP dovrebbero pagare le tasse come tutte le imprese per le attività di natura economica; tutto questo potrebbe cambiare e/o stravolgere la neo-riforma Delrio. Problema questo prettamente ministeriale.
Dal 1° gennaio entreranno in vigore le norme dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) sulle emissioni di zolfo e questo avrà un forte impatto sull’industria navale. E questo problema interesserà tutto l’armamento. Entro il 2030 i porti europei saranno ri-classificati; la nuova classificazione riguarderà i progressi compiuti nell’attuazione del Regolamento; saranno valutati i cambiamenti sia in flussi di trasporto (passeggeri e merci), sia quelli riguardo allo sviluppo degli investimenti infrastrutturali nazionali di trasporto.
Sicuramente, con questa nuova classificazione, alcuni porti saranno promossi da “comprehensive” a porti “core”, con tutte le agevolazioni che comporta in termini di investimenti comunitari. L’Unione Europea, infatti, attribuisce a questa qualifica una priorità assoluta in materia di finanziamenti nell’ambito del programma della rete TEN-T. E questo interesserà la classe politica e manageriale della città portuale e del territorio.