Strasburgo-Il Parlamento europeo, in tema di trasporti, e prima delle prossime elezioni, ha istituito un sistema d’interfaccia unica marittima europea per la gestione delle pratiche di navi in arrivo/partenza dai porti Ue.
Per migliorare l’efficienza dei trasporti marittimi e limitare la duplicazione delle informazioni da fornire a fini operativi quando una nave fa scalo in un porto, le informazioni comunicate dai dichiaranti all’interfaccia unica marittima nazionale dovrebbero essere condivise anche con determinati altri soggetti, come gli operatori portuali o dei terminal, se ciò è consentito dal dichiarante e tenendo conto della necessità di rispettare la riservatezza, gli elementi commerciali sensibili e i vincoli giuridici.
I porti non sono la destinazione finale delle merci. L’efficienza degli scali delle navi nei porti incide sull’intera catena logistica relativa al trasporto di merci e passeggeri da e verso i porti. Per garantire l’interoperabilità, la multimodalità e un’agevole integrazione dei trasporti marittimi nell’intera catena logistica e per facilitare altri modi di trasporto, le interfacce uniche marittime nazionali dovrebbero permettere lo scambio d’informazioni pertinenti, come gli orari di arrivo e di partenza, con quadri analoghi elaborati per altri modi di trasporto.
Con 508 voti favorevoli, 24 contrari e 19 astensioni, il Parlamento ha adottato il Regolamento che istituisce un sistema di interfaccia unica marittima europea (Maritime Single Window) sugli obblighi di dichiarazione arrivi/partenze di navi da porti Ue, riducendo così tempi burocratici e oneri amministrativi, con un risparmio sino a 725 milioni di euro entro il 2030.
Il Regolamento istituisce il quadro per un sistema d’interfaccia unica marittima europea (EMSWe) tecnologicamente neutro e interoperabile dotato d’interfacce armonizzate per agevolare la trasmissione elettronica delle informazioni sugli obblighi di dichiarazione per le navi in arrivo, in sosta o in partenza da un porto dell’Unione. Il Regolamento intende migliorare il trattamento dei dati sulla scorta del principio una tantum nell’adempimento degli obblighi di dichiarazione. A favore di tale interfaccia unica marittima, voluta dalla commissaria Ue ai Trasporti Violeta Bulc, è stata abrogata la direttiva 65/2010 sulle formalità di dichiarazione d’arrivo e partenza di navi.
Non vi saranno le infinite pratiche burocratiche a cui oggi si deve far fronte; pratiche che demotivano comandanti e ufficiali a bordo di navi per compilare tali documenti e che stancano i vari staff di compagnie di navigazione per le attività che si svolgono nei porti. Il nuovo Regolamento è stato salutato con favore da parte dell’European Community Shipowners’ Associations (ECSA) e dal sindacato Ue dei lavoratori dei trasporti (ETF); atto positivo per poter beneficiare di un vero mercato unico e di reali facilitazioni e semplificazioni.
Si tratta di fogli elettronici armonizzati che dovranno essere accettati in qualsiasi porto e che la procedura manuale d’invio dei dati potrà essere effettuata tramite un’interfaccia grafica di facile utilizzo che consentirà di ottemperare agli obblighi di dichiarazione a prescindere da quale sia il porto in cui si deve fare scalo. Da molti anni le associazioni datoriali e i sindacati chiedevano una riduzione degli oneri amministrativi per il trasporto marittimo a carico degli equipaggi e degli operatori; gli stessi ora auspicano a breve l’adozione formale del testo legislativo da parte del Consiglio per renderlo obbligatario.
Gli Stati Ue s’impegnano a fornire una formazione adeguata e necessaria a tutto il personale coinvolto nella gestione dell’interfaccia unica marittima nazionale. Tra le altre delibere del Parlamento, è stata approvata anche la proposta (Europe on the Move) di un regolamento che per la prima volta definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 di camion pesanti di nuova fabbricazione.
I “veicoli puliti” ridurranno del 30% le emissioni di anidride carbonica entro il 2030, con un obiettivo intermedio del 15% entro il 2025. Il prossimo Parlamento che uscirà dalle urne il prossimo 27 maggio, fisserà nuovi obiettivi post 2030, in linea con l’accordo di Parigi sul clima.