Costa: “Il mare unisce i popoli. Per questo proporrò alla Cop di Napoli l’istituzione di aree marine transnazionali come quella tra Italia e Africa”
Roma– Oggi si celebra, per il secondo anno, la Giornata del mare e della cultura marina in ricordo della tragedia della petroliera Haven, naufragata l’11 aprile del 1991 nel mar Ligure.
Per l’occasione è stata presentata la campagna #IoSonoMare, promossa dal sottosegretario all’Ambiente Salvatore Micillo, per valorizzare l’attività di monitoraggio sull’ambiente marino che il Ministero dell’Ambiente svolge costantemente da anni, in collaborazione con ISPRA, le Regioni, le ARPA costiere e le Aree Marine Protette.
“Vogliamo tenere i riflettori accesi sul mare, coinvolgendo i cittadini, da oggi al 2 dicembre, quando inizierà a Napoli la Conferenza delle parti della Convenzione di Barcellona che quest’anno siamo orgogliosi di ospitare” afferma Costa. “Il mare unisce i popoli più che dividerli, e sempre più deve essere un ponte tra diverse culture per promuovere una cultura comune, condivisa, che è la cultura del mare. Per questo proporrò alla Cop di Napoli l’istituzione di aree marine transnazionali, ne immagino una pionieristica tra Italia, Africa e partner europei”.
Arrivano dati confortanti e altri meno dall’attività di monitoraggio del mare. Se l’Agenzia Europea per l’Ambiente, promuove la qualità delle acque costiere in Italia per la balneazione, giudicata “al 90% eccellente”, ponendo l’Italia al di sopra della media europea, meno bene va quanto alla pulizia delle spiagge. In 64 arenili sono stati trovati oltre 770 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia per un totale che supera i 180 mila oggetti spiaggiati. Poco soddisfacente anche la situazione dei fondali marini: il range finale di oggetti ritrovati per chilometro quadrato è compreso tra 66 e 99 e il primato, con il 77%, spetta alla plastica.
“In fondo al mare ci sono buste, bottiglie, contenitori per alimenti e attrezzi da pesca. Con la legge “Salvamare” contiamo di dare un contributo a risolvere questa emergenza. Non è possibile che su 150 tartarughe morte spiaggiate, i ricercatori ci dicano che tre su quattro presentano plastica nel corpo”.