Assomarinas allo Snim: “Portualità turistica pugliese per agganciare la ripresa”

L’ultimo convegno con cui si è conclusa la decima edizione del Salone nautico di Puglia è stato incentrato sulle possibilità di sviluppo offerte dalla portualità turistica. A moderare l’incontro, a cui hanno partecipato esperti del settore, è stato il giornalista Massimo Bernardo che ha sottolineato i temi e le esigenze di un settore che dovrebbe e potrebbe trainare l’intera economia del Paese.

“Ogni imbarcazione produce una certa ricchezza per il territorio che la ospita – ha esordito Roberto Perocchio, del Venezia – e abbiamo stimato anche le cifre dell’occupazione che produce. Un’imbarcazione produce in media 6mila euro di spesa all’anno e, ogni 25 imbarcazioni, si crea un posto di lavoro. I due terzi della spesa si riversa sul territorio. Eppure solo il 20% delle imbarcazioni necessitano di strutture adeguate con posti barca. In Italia, come in Turchia, il mercato è in evoluzione e stimiamo che di possa essere un incremento di almeno 50mila posti nei prossimi anni. Ben 4.500 potrebbero essere proprio in Puglia”.

Al convegno è intervenuto anche Giuseppe Danese, presidente del Distretto nautico della Puglia. “Secondo i nostri studi – ha spiegato Danese – solo il 10% delle barche vengono ospitati in un Marina; ben l’80% resta in porti polifunzionali mentre il restante 10% è in ormeggio. Questo significa migliorarci: la Puglia infatti, è ancora un territorio acerbo”.

Due avvocati, Bassi e Claroni, hanno invece approfondito il tema delle concessioni per la realizzazione di nuovi ma anche la delicata questine delle tariffe concessorie. Claroni ha spiegato le disposizioni dell’articole 153 e dei suoi 23 commi sulla costruzione di nuove strutture in project financing. Bassi invece, ha spiegato le ultime sentenze del Tar sulla possibilità di limitare gli aumenti delle tariffe.

 

Francesca Cuomo