La draga «Gino Cucco», incaricata del dragaggio del porto canale di Pescara, prima dello stop imposto dalla Procura dell’Aquila nell’ambito di un’inchiesta su un tentativo di traffico illecito di materiale inquinante, ha lasciato oggi alle 15.20 il porto del capoluogo adriatico per rientrare a Chioggia (Venezia), per precedenti impegni lavorativi assunti dall’armatore.
Si trovava nel porto canale, dopo l’incidente che l’aveva vista la settimana scorsa rompere gli ormeggi, e subire danni, dopo aver urtato la banchina. L’incidente aveva costretto la draga a scaricare in mare i fanghi dragati, in modo da alleggerirsi per entrare nel porto canale e non subire così ulteriori danni per il mare grosso di questi giorni. Dopo l’incidente, la Direzione Marittima di Pescara aveva avviato un’ istruttoria tecnica. A Pescara era arrivata il 7 dicembre scorso.
Un’ordinanza ministeriale stabiliva per i lavori una durata di 50 giorni: 4 mila metri cubi di materiali da dragare ogni giorno, per un totale di 73 mila metri cubi. Ma il giorno di avvio delle operazione, il 12 dicembre, la draga fu sottoposta a sequestro preventivo dal gip distrettuale dell’Aquila, Marco Billi, sui richiesta della procura distrettuale antimafia dell’Aquila, per impedire l’immersione di sedimenti portuali contaminati da DDT (pesticidi) ed evitare un danno all’ecosistema marino.
Poi il dissequestro e la disposizione di una serie di analisi di cui le ultime, dell’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), ancora attese. La marineria pescarese dopo alcuni giorni di agitazione dal lavoro, anche a causa del caro gasolio, è tornata in mare, in attesa di una svolta positiva della vicenda.