Porto di Brindisi: le crociere e il mercato crocieristico

Riguardo la tanto discussa decisione dell’Autorità Portuale legata alla gara sull’affidamento dei servizi del futuro terminal provvisorio a Est, ritengo necessario ed utile un intervento e un chiarimento.

Lo ritengo necessario in quanto  da componente del Comitato Portuale, in rappresentanza della categoria degli agenti marittimi, ho preferito votare ‘no’ alla proposta di tale delibera, comunque approvata.

Il mio dissenso è legato ad una serie di timori e perplessità  che non ho potuto esprimere, come ormai noto, durante la discussione in Comitato Portuale:

1. Non comprendo il motivo per il quale si è voluta dare priorità assoluta alla gara per l’individuazione del soggetto che gestirà i servizi di un terminal e non alla creazione del terminal;

2. Temo che una gara che terrà conto degli aspetti tecnici del partecipante piuttosto che quelli economici possa risultare discriminante  e poter favorire in maniera netta solo una società che ha già manifestato ufficialmente un interesse.

3. Qualora venisse affidata tale gestione ad una società partecipata da che scalano a Bari (quali e ), temo che il loro interesse possa essere quello di controllare  il rispetto ad eventuali concorrenti, bloccando così lo sviluppo piuttosto che favorirlo.  Credo tra l’atro che queste compagnie non abbiano neppure l’interesse a trasferirsi dal , in quanto lascerebbero un porto che per le crociere che imbarcano passeggeri è commercialmente più avvantaggiato rispetto a quello di Brindisi.

4. Avrei voluto chiedere di inserire, allora, che il futuro concessionario presti garanzie di traffico.

5. Visto che la gara si basa soprattutto sulle qualità tecniche e molto poco su quelle economiche, il dubbio è che un canone annuale fisso troppo basso non impegni il concessionario a puntare sul nostro porto. Un importo esiguo potrebbe infatti rientrare in un budget e nella strategia di ‘controllo’ suddetta senza creare alcuno sviluppo.

6. In linea con quelle che sono le strategie della  stessa Autorità Portuale e della collettività in genere, sono convinto che il porto interno debba continuare ad avere un ruolo strategico per le crociere. Quindi  mi auguro che quando questa gara verrà assegnata, le navi di piccole e medie dimensioni possano continuare a trovare ormeggio in città, senza che ci possano essere rivendicazioni da parte del futuro concessionario.

Mi sorge spontanea una domanda: se il terminal potrà ospitare solo le grandi navi, e considerato che queste ultime,  non potranno  arrivare prima del 2014 visti lunghi tempi di programmazione commerciale,  quale interesse potrà avere il concessionario se non quello di controllare il porto? Ovviamente mi auguro di sbagliare.

Ho cercato di sintetizzare in questi punti quali sono le mie preoccupazioni e tengo a precisare che sono d’accordo con il presidente Haralambides sulla necessità di trovare soluzioni alternative per quelle navi che per le loro dimensioni non troverebbero ormeggio nel porto interno. Il porto di Brindisi purtroppo ha tante limitazioni che restringono molto la scelta dell’ubicazione dell’ormeggio delle navi di oltre 300 metri. Limitazioni di lunghezza per il porto interno, di altezza (per il cono di atterraggio) nel porto medio. Pertanto il progetto di realizzare il terminal definitivo alla Diga di Punta Riso per le navi di grosse dimensioni ci trova pienamente d’accordo.


Rappresentante degli agenti marittimi in Comitato Portuale

 

Foto: Simone Rella