Porti mediterranei, competitivi con quelli del nord Europa

Mike Garratt, direttore del “BoxTradeIntelligence”, ha dichiarato che una quota di mercato di contenitori del Nord Europa potrebbe essere a rischio nei prossimi anni, in quanto il baricentro delle linee di trasporto marittimo (le rotte) si potrebbe spostare proprio a sud.

Ne troverebbero vantaggio i porti del Mediterraneo, unici, in grado di attirare quote di traffico destinate ad Amburgo e . Infatti, sono proprio i porti del Mediterraneo ad essere incontrati per prima dalle navi che trasportano merci provenienti dall’Asia, dopo aver attraversato il ; soprattutto per le destinazioni del Nord Europa, in quanto la linea diretta ha dovuto ridurre la velocità di spedizione per l’alto costo dei carburanti.

Per questo, ha sottolineato Garratt, le linee di navigazione stanno valutando la possibilità di toccare prima gli hub-port mediterranei e poi tramite collegamenti ferroviari (treni blocco) dedicati far giungere le merci a destino nel nord Europa. Per esempio, il sull’Adriatico è a 22 giorni e mezzo di navigazione da Singapore; cioè sette giorni più vicino di Amburgo, secondo la AP Moeller-Maersk; mentre il viaggio in treno per raggiungere Amburgo dal porto italiano richiede qualche giorno in più.

I porti del Sud Europa, alle prese con una crisi senza precedenti (vedasi la Grecia e la Spagna) potrebbero trarre dei vantaggi, se pensiamo che un contenitore, per raggiungere Pireo da Taiwan, impiega 26 giorni contro i 33 giorni per Rotterdam e 35 per Amburgo. Questo fa ben sperare per i nostri porti di Gioia Tauro e , oltre allo spagnolo Algeciras. L’AP Moller – Maersk Group è  presente a livello mondiale; opera su 130 paesi ed ha una di circa 108.000 dipendenti.

Oltre a gestire una delle più grandi società al mondo di spedizione con una imponente flotta di navi, la Maersk è impegnata in una vasta gamma di attività nei settori dell’energia, della logistica, retail e le industrie manifatturiere. Questo trend, con un volume di traffico di + 3,1% e capacità di stiva di + 10%, stimato per tutto il 2012, potrebbe essere di impulso per i governi dell’Europa meridionale (Italia in genere e in particolare) ad investire più in “logistica” ed in modalità “ferro” per incoraggiare la crescita economica.