“Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente, in viaggio dal 22 giugno per denunciare le attività ai danni del mare e delle coste italiane, con il suo arrivo nel Lazio e in particolare a Fiumicino, lancia un monito importante per la salvaguardia del territorio:
i progetti faraonici del porto della Concordia e del raddoppio dell’aeroporto Leonardo Da Vinci, insieme alla proposta di localizzare una discarica e forse un inceneritore a Palidoro, sono una concreta minaccia che mette a rischio oltre il pregiato e delicato ecosistema, anche le possibilità delle comunità locali di essere protagoniste nello sviluppo economico e turistico del territorio”.
La nota a ci si è affidata Legambiente non lascia spazio a dubbi. “La denuncia di Legambiente è contenuta nel dossier presentato questa mattina a Fiumicino dall’associazione ambientalista e da alcuni comitati locali, dal titolo -Quale sviluppo per le coste del Lazio? Il caso Fiumicino-.
Un caso emblematico di sviluppo ai danni del territorio, nonostante sia inserito in un contesto di estrema delicatezza che comprende i 7.750 ettari tutelati dalla Riserva Statale del Litorale Romano, nonché la riserva orientata della foce del Tevere”. “I nuovi progetti previsti a Fiumicino disegnano uno scenario del tutto insostenibile per il territorio costiero italiano – dichiara Giorgio Zampetti, portavoce di Goletta Verde -.
Un porto in area a rischio idrogeologico molto elevato, un raddoppio aeroportuale in aree di massima tutela della Riserva del Litorale e una inutile discarica in pregiate aree agricole sono progetti inaccettabili e incompatibili, che vanno fermati per evitare danni al territorio. Lo sviluppo del futuro non può compromettere irreversibilmente il delicato equilibrio ambientale dell’area”.
“A partire dal Porto della Concordia di Fiumicino – continua la nota – Legambiente con la Goletta Verde chiede cose molto precise a partire dalla verifica da parte della Regione Lazio dello stato dei lavori del porto, fermi da nove mesi, degli appalti e dei sub appalti, fino alla revoca delle autorizzazioni rilasciate e lo stop alla realizzazione del progetto dell’assurdo gigante di cemento.
Sono previsti infatti 129.700 metri cubi e 104,29 ettari di demanio per 1.445 posti barca, nel pieno della Foce del Tevere, in area di esondazione del fiume a rischio idrogeologico molto elevato (R4). Sul raddoppio dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma, Legambiente chiede ad ADR il ritiro del progetto, un inutile e sciagurato diluvio di quasi un milione di metri quadri di suoli cementificati all’interno della Riserva Statale del Litorale Romano.
La stessa società si faccia invece promotrice di una proposta di sviluppo alternativa che affronti anche il serio problema dell’inquinamento acustico ed atmosferico per le popolazioni residenti nell’area circostante, con i decibel già oggi alle stelle con punte oltre i 100 dB(A), secondo quanto emerge dall’unico monitoraggio disponibile, realizzato proprio da Legambiente e dal Comitato Fuoripista. La seconda aerostazione prevista, con centri congressi, alberghi, parcheggi, uffici, per un totale di 1.400 ettari, non serve”.
Francesca Cuomo