In attesa dell’esito dell’incontro con il vice presidente Tajani a Strasburgo, stamattina il presidente della giunta regionale Gian Mario Spacca ha parlato stamane al telefono con l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono.
“Il contatto con l’azienda che era stato sollecitato dai lavoratori durante la manifestazione in autostrada – ha detto il governatore durante il suo intervento nella prima parte della seduta aperta dell’Assemblea legislativa – non si è mai interrotto neanche nei particolarissimi momenti seguiti al ritiro del piano industriale“.
Sul nuovo piano industriale «non abbassiamo la guardia», ma Spacca non ha nascosto la sua preoccupazione “rispetto alle evoluzioni future, perchè il piano ritirato aveva comunque una chiarezza di mission che riqualificava il cantiere di Ancona, per il quale erano previste le produzioni a maggior valore aggiunto, navi crociere e traghetti di alta qualità. Una mission – ha aggiunto – che ci piaceva molto perchè incastrava lo stabilimento marchigiano nella logica dei nostri distretti industriali, in particolare per le integrazioni con il legno, la pelletteria.
Ora continueremo a seguire questa vicenda, ci auguriamo che attraverso la civiltà dei vostri atteggiamenti e in nome di quella professionalità che il cantiere ha sempre dimostrato, ci possa essere anche nel nuovo piano industriale un ruolo qualificante per Ancona. Noi non faremo venire meno la pressione nei confronti di Governo e Ministeri”. E rimangono in campo le iniziative concordate dalla Regione con i sindacati: formazione, progetto di centro di centro della navalmeccanica in sinergia con il Friuli, autonomia energetica dello stabilimento.
“Ma con Bono stamattina abbiamo parlato anche della possibilità di dare comunque lavoro al cantiere anconetano – ha detto ancora Spacca -, in modo che sia ancora vivo quando arriverà il Papa l’11 settembr». C’è una possibilità di avere nuove commesse, legata alla costruzione di meccanismi di finanziamento e garanzie da parte delle banche locali”. Per questo Spacca ha interessato personalmente Banca Marche e Banca Popolare di Ancona per la copertura a garanzia del 30% di questa commessa, accanto agli istituti di credito nazionali (Banca intesa e UniCredit) che coprono il 70%.
Francesca Cuomo